MILANO - Venti miliardi e mezzo di euro di fatturato. E una montagna di rifiuti industriali «scomparsi» chissà dove, smaltiti in una miriade di discariche abusive, sparse in tutta Italia. Sono questi i numeri dell'attività delle ecomafie in Italia. Li hanno denunciati, oggi, in un convegno a Milano, Legambiente e l'associazione Libera. Se accatastate, le 134, 7 milioni di tonnellate gestite illegalmente dalla «Mafia Spa», di cui 9 di rifiuti pericolosi, formerebbero una montagna alta come l'Etna: 3.100 metri quadrati.
NON SOLO RIFIUTI – Sono ben 258 i clan attivi nell'ecomafia. Secondo il rapporto «Ecomafia 2009», l'anno scorso 21 mila persone sono state denunciate per 25 mila reati. 221, invece, gli arresti. E' il business più importante dei reati ambientali, insieme a quello dell'abusivismo edilizio. Gestendo lo smaltimento delle scorie industriali nel 2008 la mafia ha guadagnato 7 miliardi di euro. Ventottomila, invece, le nuove case illegali, senza contare un'infinità di reati urbanistici. Ha fruttato, invece, ben 3 miliardi di euro il racket degli animali, che comprende l'importazione di cuccioli esotici, ma anche i combattimenti dei cani, le corse di cavalli, il bracconaggio. E poi c'è anche l'«archeomafia»: il furto e la vendita clandestina di opere d'arte e di reperti archeologici. Traffici in cui, per la prima vola emerge chiaramente anche il ruolo della Lombardia, accanto alle regioni tradizionalmente ai vertici del fenomeno: Campania, Sicilia.
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http://www.corriere.it/cronache/09_giugno_19/legambiente_rapporto_ecomafie_2009_3c05458e-5cd1-11de-a55b-00144f02aabc.shtml
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