Qualche giorno fa la Camera ha dato il via libera al disegno di legge sulle intercettazioni che stravolge il sistema giudiziario e cancella ogni specie di informazione. E tutto in nome della sicurezza. Le intercettazioni saranno autorizzate per i reati per i quali sono stabilite pene superiori a 5 anni, e quando ci sono evidenti indizi di colpevolezza. L'ascolto sarà possibile solo nei luoghi in cui vi è motivo di ritenere che si sta compiendo un'attività criminosa, mentre nei procedimenti di mafia e terrorismo l'ascolto delle comunicazioni è consentito anche se non vi è motivo di ritenere che si stia svolgendo l'attività criminosa. Le intercettazioni potranno avere una durata di 30 giorni, con 15 giorni di possibile proroga. Il Csm attacca: "E' un testo con previsioni incredibili. Con queste norme polizia e magistratura avranno le mani legate nei confronti dei criminali e abbiamo il dovere di dirlo ai cittadini. I delinquenti non verranno scoperti e puniti, soprattutto quelli che commettono i reati più insidiosi e che mettono a repentaglio la sicurezza nelle città, quali rapinatori e stupratori". Il procuratore generale di Torino, Giancarlo Caselli, ha definito il ddl "un siluro alla sicurezza dei cittadini". Ma ormai lo scontro tra politica e magistratura è più che mai aperto. C'è da aggiungere che tre consiglieri del Csm si sono dimessi dopo che il ministro della Giustizia Alfano ha parlato in tv di nomine lottizzate ai vertici degli uffici giudiziari, con una spartizione sistematica.Ma anche la federazione degli editori e il sindacato dei giornalisti hanno criticato duramente il disegno di legge, il tutto mentre Napolitano, al vertice Uniti per l'Europa, dichiarava che "la libertà dell'informazione è un principio fondamentale" della democrazia.
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