Se un comico mette paura a politici di professione.
Confesso che anche io all’inizio non credevo agli anatemi di un comico, lanciati via internet seduti comodi davanti uno schermo, a battere su una tastiera. Mi ero lasciato persuadere da quei vecchi lupi di mare della politica, che un giorno si e l’altro pure gli davano del capo-popolo, del populista, del qualunquista, del Re dell’antipolitica, dell’affarista ben pagato dai suoi sostenitori-spettatori (embè?), per ultimo del “comico che lancia boutade”(P.Fassino). Ebbene si, mi ero lasciato convincere da chi lo dipingeva così: “Grillo è l’arci-italiano del peggio, sempre vittima e mai carnefice” (sua santità, minuscolo in attesa d’improbabili sviluppi, E.Scalfari).Poi però cerchi di pensare con la tua testa, per una volta. E scopri che il Re dell’antipolitica ha una professione, anzi più d’una dato che è comico (tiene spettacoli in tutta Italia, essendo stato appositamente epurato dalla Rai), blogger di successo (400 mila accessi quotidiani al suo blog, Repubblica.it ne registra 1 milione circa), promotore di referendum (qualcuno riuscito, ma in attesa di discussione dentro un cassetto del Senato da 2 anni, qualcuno meno), apprezzato all’estero (per Forbes è il 7° blogger più influente del mondo) tant’è che viene intervistato da CNN e Al Jazeera. Nemo propheta in patria, dicevano gli antichi. Vale anche oggi, soprattutto in Italia.
Continua ...
http://www.agoravox.it/Chi-ha-paura-di-Beppe-Grillo.html
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