Almeno trecento morti, quasi mille feriti, altri tremila civili in fuga, quattro regioni del nord scosse da furiosi combattimenti, tra case bruciate, colpi di mortaio, raffiche di kalasnikhov e cadaveri di donne, vecchi e bambini che restano in mezzo alla strada senza che nessuno possa raccoglierli. Da domenica scorsa il nord della Nigeria, uno dei più popolosi stati dell'Africa nera (140 milioni), è al centro di una battaglia tra un folto gruppo di giovani studenti jihadisti che si ispirano ai taliban afgani e l'esercito del presidente Umaru Yar'Adua. Apparsi nel 2004 con una serie di proclami con cui chiedevano l'applicazione della sharia in tutto il paese, il gruppo di studenti, che si fa chiamare Boko haram, "l'educazione occidentale è un peccato", era rimasto ai margini della vita politica del paese fino a tre giorni fa. Domenica scorsa hanno sferrato un attacco ad un posto di polizia nello stato di Bauchi, nel nord. Sono ben armati e soprattutto ben addestrati militarmente. L'assalto è respinto, ma negli scontri muoiono cinque soldati e quattro taliban. La cosa non è affatto sottovalutata. I servizi di sicurezza nigeriani seguono da tempo le loro mosse. Sono preoccupati per le tensioni che da anni scuotono il nord del paese, più vicino a paesi sensibili ai movimenti radicali islamici e al braccio di al Qaeda nel Maghreb. Intervengono subito in modo energico. Sul posto sono spediti i gruppi speciali, mentre il governatore di Bauchi ordina un coprifuoco. Ma la miccia, ormai, è stata accesa. E la rivolta esplode.
Continua ...
http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/esteri/nigeria-scontri/taliban-nigeria/taliban-nigeria.html
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