Kunduz, 5 set. - (Adnkronos/Ign) - Dolore e polemiche in Afghanistan all'indomani del bombardamento aereo dell'Isaf, la Forza Internazionale di Assistenza per la Sicurezza guidata dalla Nato, nella provincia di Kunduz. Centinaia di abitanti dei cinque villaggi dell'area Ormakhel, nel distretto di Chardarah, si sono riuniti oggi per piangere le vittime civili che, secondo testimoni locali, sono oltre 100.
E mentre la Nato, il governo afghano e l'Onu hanno avviato un'inchiesta per determinare le dinamiche del raid ordinato dal comando tedesco, e condotto dai caccia statunitensi, Berlino fa quadrato e torna a difendere la propria decisione. Le cisterne cariche di gasolio sequestrate dai talebani erano "una grave minaccia per i soldati tedeschi" dispiegati nella provincia di Kunduz, ha detto il ministro della Difesa tedesco, Franz Josef Jung.
"I talebani hanno annunciato attentati contro i nostri soldati prima delle elezioni" politiche in Germania del prossimo 27 settembre, ha aggiunto il ministro alla televisione Ard, replicando a chi sta criticando i modi ed i tempi dell'attacco. Critiche che oggi sono state espresse apertamente dal ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, che ha definito "un grande errore" il raid sottolineando che "dobbiamo aiutare gli afghani non bombardarli". Critico anche il ministro del Lussemburgo, Jean Asselborn che ha parlato di "azione che non si sarebbe dovuta mai compiere".
Ma se il ministero della Difesa tedesco sostiene che nel raid sono stati uccisi oltre 50 insorti e che non ci sono state vittime civili, diversa è la versione dei testimoni locali. "Posso dire con sicurezza che 150 persone sono rimaste uccise in questi cinque villaggi" ha dichiarato all'agenzia tedesca Dpa Haji Abdul Rahim, capo tribale di Yaqoubi, uno dei cinque villaggi coinvolti nell'attacco. Parlando nella moschea, Rahim ha detto che suo figlio e due suoi nipoti sono tra le vittime ed altre 50 persone sono rimaste ferite.
I giornalisti della Dpa hanno raccontato di aver contato a Yaqoubi e Maulawi Nahim circa 60 tombe appena scavate, mentre i residenti affermano che altre 80 persone sono state uccise negli altri tre piccoli centri abitati: Haji Amanullah, Rahmatbay e Zadran.
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