Roma, 17 set. (Apcom) - Una soap opera, ma terribilmente "seria": così la politica italiana secondo una lunga analisi del Financial Times che ricostruendo i fatti di cronaca politica degli ultimi tempi sottolinea come la "fantastica capacità di sopravvivenza di Berlusconi cominci a apparire vacillante".
Il pezzo - una lunga analisi richiamata nella prima pagina del quotidiano - rileva come ormai sia abbastanza cosa comune che "i commentatori in pubblico e gli alleati in privato affermino che si sta arrivando alla 'fine di un'era' e che vi sia bisogno di un cambiamento". E nel governo, aggiunge il quotidiano, c'è tensione. "i partner della coalizione si scambiano insulti in quella che sembra una replica del clima che portò al collasso del suo primo governo in soli otto mesi nel 1994".
"Quattro mesi di incessanti reportage da parte dei giornali di opposizione - si legge nell'articolo - sulle accuse di incontri con prostitute e di festini stanno presentando il conto. Alcuni dei suoi alleati temono che il premier ormai si circondi solo di ammiratori adulanti e belle donne mentre manchi di autentici amici e di buoni consigli".
Due scadenze, in particolare, incombono sul premier per il Financial Times.
Il processo d'appello al senatore Marcello dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa e l'appuntamento del 6 ottobre quando la Corte costituzionale deciderà sul lodo Alfano.
E la "sensazione che Berlusconi stia camminando sul ghiaccio... Alimenta speculazioni sulla possibilità che convochi elezioni anticipate".
Tra l'altro, conclude il Financial Times, non è un mistero che l'obbiettivo finale della carriera di Berlusconi sia la Presidenza della Repubblica. E in questo senso "un nuovo Parlamento con una maggioranza più forte sarebbe nei suoi interessi". Resta l'incognita dell'atteggiamento della chiesa. Ricordando il caso Boffo, il quotidiano londinese nota: "Berlusconi non può ignorare il potere politico dei vescovi conservatori". Sempre con maggior insistenza si "Parla di un rinnovato sforzo della chiesa di formare un partito di grande centro".
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