Sarebbe stato ingenuo pensare che l’incontro di lunedì tra Fini e Berlusconi avrebbe appianato ogni dissidio interno al Pdl. La verità è che col passare dei giorni si aprono invece nuove linee di frattura. E’ di ieri l’uscita del finiano Granata che si dichiara «preoccupato» e «perplesso» su alcuni aspetti dello scudo fiscale appena licenziato da Tremonti. E’ di ieri la battuta di Fini sulla crisi economica: «Attenzione a dire che il peggio è passato». E’ di ieri l’edizione del ‘Secolo d’Italia’, giornale iperfiniano, che, nel pieno della polemica tra il governo e Santoro, mette in prima pagina un articolo di controinformazione sulla contestata puntata di ‘Annozero’. Si legge: «non si è limitata al solito gossip», ha «garantito il contraddittorio», ha rappresentato un utile «approfondimento». Se ne ricava quantomeno che Fini, a differenza di Berlusconi, non ha intenzione di trasformare Santoro in un martire. Il resto è noto: la polemica, in chiave antiberlusconiana, sulla democrazia interna al Pdl; i contrasti, in chiave antileghista, sull’immigrazione; il braccio di ferro, in chiave anticlericale, sul testamento biologico; le manovre alla regione Sicilia tra i finiani e il berlusconiano critico Miccichè... Nulla è stato appianato dall’incontro con Berlusconi, perché, come ha scritto giorni fa il ‘Secolo’, i due hanno «visioni della politica» opposte. E ieri Fini ha con orgoglio rivendicato la propria. L’ha fatto alla festa del Pdl di Milano, al termine di un diplomatico ma netto confronto con Tremonti: l’altro potenziale leader del centrodestra nell’era post-berlusconiana.
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