domenica 27 settembre 2009

Ghedini mi rovini

È l'avvocato artefice delle leggi ad personam, l'architetto del Lodo. E anche il protagonista di smentite e gaffes che hanno messo in crisi la credibilità del premier. Ecco la sua carriera dai nuclei neofascisti al Palazzo.
L'unica volta che Niccolò Ghedini si sedette dall'altra parte della barricata era un giovane avvocato di belle speranze chiamato a rispondere su certe sue pericolose frequentazioni di adolescente. Il processo era quello per la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 (85 morti, oltre 200 feriti). Rimase per sei minuti sulla sedia del testimone davanti al presidente della Corte Mario Antonacci. (ASCOLTA L'AUDIO) Confermò quanto aveva dichiarato il 27 settembre 1980 quando fu interrogato in questura. Gli inquirenti si erano concentrati, nelle indagini, su un gruppo di neofascisti padovani, la sua città, che avevano come punto di riferimento il quartiere Arcella. Ghedini li conosceva per una sua precocissima attività politica nel Fronte della Gioventù (l'organizzazione giovanile del Msi). Tracciò il profilo di Roberto Rinani, detto "l'Ammiraglio", imputato di concorso in strage, poi assolto: "Per la mia valutazione personale, mi dava l'idea che tra quei ragazzi, che conoscevo, fosse il personaggio di spicco".
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http://espresso.repubblica.it/dettaglio/ghedini-mi-rovini/2110414&ref=hpsp

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