Milano, 27 ott. (Adnkronos/Ign) - La corte d'Appello di Milano ha confermato la condanna già inflitta in primo grado a David Mills a 4 anni e mezzo di reclusione per corruzione in atti giudiziari. La sentenza è stata emessa dopo 4 ore di camera di consiglio dalla terna giudicante La Pertosa-Spina-Maiga.
L'ultima 'battaglia' tra accusa e difesa si era giocata sulla prescrizione. Il sostituto procuratore generale Laura Bertolè Viale, nelle sue repliche, questa mattina aveva parlato di tre lettere scritte tra il gennaio e la fine del febbraio 2000 che proverebbero la responsabilità di Mills quale "corrotto da Silvio Berlusconi" per avere reso due false testimonianze nei processi milanesi 'All Iberian' e tangenti alla Gdf. Una precisazione importante, quella sulla data, per il pg ai fini della prescrizione.
Per la difesa, invece, l'ipotetica corruzione si sarebbe consumata nel '98: quindi, poiché sono passati più di dieci anni, i fatti sarebbero ormai coperti dalla prescrizione. Per di più, sempre secondo la difesa, i flussi finanziari indicati dall'accusa sarebbero stati diversi da quelli al centro del processo.
MILANO - La seconda sezione della Corte d'Appello di Milano, dopo 4 ore di camera di consiglio, ha confermato la condanna a quattro anni e sei mesi nei confronti dell'avvocato inglese David Mills per corruzione in atti giudiziari. Confermato anche il risarcimento alla presidenza del Consiglio, costituitasi parte civile, pari a 250 mila euro. Il legale è stato condannato perchè, secondo la sentenza di primo grado, avrebbe ricevuto 600mila dollari da Silvio Berlusconi per essere un testimone reticente in due processi nei quali era imputato il presidente del Consiglio, quello su "All Iberian" e quello sulle tangenti ad uomini della Guardia di finanza. La posizione di Silvio Berlusconi era, invece, stata stralciata in conseguenza del lodo Alfano, riguardante le più alte cariche dello Stato e il dibattimento a suo carico era stato sospeso. Dopo la bocciatura del lodo Alfano da parte della consulta, il dibattimento a carico di Berlusconi ricomincerà, anche se davanti a un altro collegio rispetto a quello presieduto da Nicoletta Gandus, che aveva condannato Mills in primo grado. Questo collegio, infatti, è incompatibile, e di conseguenza si dovrà tenere una apposita udienza nella quale i giudici presieduti da Gandus "si spoglieranno" del processo che sarà assegnato ad altri giudici. Alessio Lanzi, uno dei difensori di Mills, commenta la sentenza: "E' una decisione che mette a dura prova la buona fede dello stato di diritto".
E aggiunge: "Noi comunque andremo in Cassazione".
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