sabato 5 dicembre 2009

Quel duello a distanza tra Spatuzza e Dell'Utri

TORINO - È lì, a un passo. Non lo può vedere ma sente il suo odore, sente il suo risentimento. E gli fa paura quel siciliano che è nascosto dietro il paravento bianco e parla con una voce noiosa, piatta e sempre uguale anche quando racconta di bombe e ricorda di morti. Tre metri, sono solo tre i metri che questa mattina dividono Brancaccio e Milano, il sangue e i soldi, Gaspare Spatuzza e Marcello Dell'Utri. È una sfinge il senatore della Repubblica, seduto nella panca più vicina al sicario che lo sta trascinando e sta trascinando Silvio Berlusconi nella sarabanda delle stragi, quelle di Palermo e le altre. Forse ha i brividi sotto l'impeccabile vestito grigio. Forse sta sudando, sta tremando, quando lui entra e ancora non ha cominciato a parlare. "Non è un pentito dell'antimafia ma è un pentito della mafia", dice l'imputato eccellente. "La mafia ha interesse a buttare giù un governo che lotta la mafia come prima non ha mai fatto nessuno", dice l'imputato eccellente. "Mi sento a teatro", dice l'imputato eccellente.
Continua ...
http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/cronaca/mafia-11/bolzoni-5dic/bolzoni-5dic.html

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