giovedì 28 aprile 2011

Libia, Berlusconi sale al Colle. Mozione del Pd, si vota il 3 maggio

Roma, 28 apr. (Adnkronos/Ign) - Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si sta recando al Quirinale per incontrare il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Al centro dei colloqui gli sviluppi legati alla situazione libica.

Intanto il premier getta acqua sul fuoco a proposito delle tensioni interne alla maggioranza e prende le distanze dall'attacco del 'Giornale' al ministro dell'Economia. ''Riconfermo la mia piena fiducia nel ministro Tremonti e debbo perciò nella maniera più assoluta smentire il 'Giornale' di oggi", afferma Berlusconi. "D'altronde - aggiunge - proprio oggi, alla Camera, come tutti sanno, abbiamo approvato il Documento economico finanziario che reca la sua firma con la mia. Subito dopo porteremo avanti il lavoro che Giulio Tremonti e i ministri competenti stanno preparando sul terreno delle politiche reali". Non solo, chiarisce il premier: "Tremonti è impegnato con me a ritrovare con la Lega i termini di un comune impegno politico anche sulla politica estera".

Ne frattempo il Pd ha depositato alla Camera una mozione sull'intervento militare nell'ex colonia. Primo firmatario è il capogruppo Dario Franceschini e la discussione del testo, secondo quanto stabilito dalla conferenza dei capigruppo, è stato messo in calendario il 3 maggio dopo l'esame di due decreti legge.

"Quello che accade nel Parlamento - ha spiegato Franceschini - deve corrispondere al dibattito politico in corso. Quando il ministro dell'Interno e la Lega attaccano duramente il governo e dicono di non condividere quanto è stato deciso sulla Libia, è doveroso chiedere se il Carroccio avrà un po' più coraggio ed un po' meno di codardia nel manifestare i propri intendimenti con un voto parlamentare. Dovrebbero esserci grati per aver permesso loro un'assunzione di responsabilità''. Un documento, aggiunge, non necessario "dal punto di vista formale perché le nuove scelte sono già ricomprese nel testo a suo tempo approvato, ma dal punto di vista politico: non si puo' andare avanti con il doppio gioco e con le ambiguità. Il voto dell'Aula servirà a fare finalmente chiarezza''.

Dal canto suo la Lega, attraverso il capogruppo Marco Reguzzoni, ha smentito ogni tensione tra Berlusconi e il Carroccio: "Non è il governo ma la posizione sulla Libia che contestiamo. Siamo molto preoccupati, avremmo agito con più prudenza e cautela", ha spegato a 'Mattino cinque' sottolineando che "ogni bomba che cade vuol dire un maggior numero di immigrati clandestini che arrivano sulle nostre coste, non quelle di altri Paesi". Reguzzoni ha anche smentito divisioni interne alla Lega: "Non ci sono posizioni divise nella Lega, abbiamo condiviso questo tipo di contrarietà all'operazione in Libia che risale a qualche mese fa. Siamo tutti d'accordo. Io ieri ho fatto un discorso articolato in commissione Esteri ma non c'è niente di diverso tra le posizioni mie, di Maroni, di Bossi e degli altri componenti della Lega". L'esponente leghista ha anche negato che sia Tremonti l'ispiratore delle proteste del Carroccio: "Bossi ha fondato la Lega 30 anni fa, le posizioni in politica estera sono sempre le stesse, non credo che ci sia nulla di vero in questo", ha detto Reguzzoni.

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