TOKYO – Il primo ministro giapponese ha disposto la chiusura della centrale atomica di Hamaoka, situata a sud ovest della città di Tokyo. La decisione è stata presa perché tale impianto sorge in prossimità di una faglia tettonica, tra l’altro considerata dagli esperti una di quelle ad altissimo rischio sismico, e, visto l’episodio dell’altra centrale gravemente danneggiata dal terremoto e dallo tsunami dell’11 marzo, si vuole evitare l’ipotesi di un Fukushima bis. Proprio nei giorni in cui la centrale di Fukushima non cessa di essere al centro delle notizie di impronta mondiale, dal governo giapponese arriva una decisione che spinge alla riflessione.
Nella centrale di Hamaoka si trovano cinque reattori, solo due dei quali attualmente in funzione. Si tratta dei reattori numero quattro, in grado di generare 1,14 chilowattori, e del reattore numero cinque, che a sua volta può produrne 1,38. Per quanto riguarda i reattori numeri uno e due questi sono fermi dal 2009, mentre nel tre sono in corso operazioni di controllo. Tale centrale è considerata dagli ambientalisti come la più pericolosa a livello nazionale e, proprio in virtù del fatto che la regione in cui sorge è stata investita lo scorso 15 marzo, 4 giorni dopo il dramma di Fukushima, da una potente scossa di terremoto, il primo ministro nipponico, Naoto Kan, ha adottato la decisione della sua chiusura: “Per la salvaguardia della popolazione”, ha assicurato. D’altronde è da diverso tempo che i sismologi hanno avvertito che nella zona in cui è situata la centrale atomica di Hamaoka sono ormai mature le condizioni geologiche tali da rendere più che verosimile l’imminente arrivo di un nuovo terremoto.
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