Circolare dell'assessore Sparma ai sindaci. per le vecchie sanatorie pendenti 419 mila domande. "Mattone selvaggio" avanza sopratutto nel Catanese, nel Messinese e nel Palermitano
PALERMO. Nel solo ultimo anno in Sicilia sono stati scoperti 2.541 nuovi abusi edilizi. La maggior parte dei quali (25,6%) nel Catanese, nel Messinese (20%) e nel Palermitano (14,1%). Nell’Agrigentino si è registrato il 12,5% dei nuovi abusi, nel Trapanese il 10,7% e nel Siracusano il 7,9%. Eccola la fotografia del mattone selvaggio nell’isola scattata dall’assessore all’Ambiente Gianmaria Sparma.
Il primo monitoraggio con mezzi informatici mostra un settore in nero che non conosce crisi e viaggia a ritmi frenetici. In un anno sono stati realizzati 462.780 metri cubi di costruzioni abusive, pari all’8% dell’edilizia regolare. Ma i dati ufficiali sono inevitabilmente sottodimensionati rispetto alla realtà del fenomeno: «È chiaro che i Comuni segnalano gli abusi accertati. Ma a fronte di questi ce ne sono tanti che sfuggono ai controlli» commenta il dirigente del dipartimento Ambiente, Sergio Gelardi. Solo a Ragusa (4,2% dei nuovi casi), Caltanissetta (2,8%) e Enna (2,2%) il fenomeno ha cifre meno allarmanti.
E, soprattutto, i cantieri delle nuove costruzioni abusive viaggiano molto più velocemente dei tecnici comunali chiamati a definire (cioè bocciare o sanare) i casi registrati dagli anni Ottanta a oggi. Anche da questo punto di vista i dati dell’ultimo monitoraggio sono impietosi. Negli uffici comunali restano ad ammuffire 419 mila richieste di sanatoria frutto delle leggi del 1984, 1995 e 2003. Nel 2009 - ultimo aggiornamento disponibile - i 390 Comuni non sono riusciti a esaminarne più di 33.281. A questa media per smaltire l’arretrato occorrerebbero circa 13 anni. E l’assessore Sparma allarga le braccia: «Dal 2004 a oggi i Comuni hanno viaggiato a una media del 4% di pratiche definite ogni anno, passando da 197 mila domande esitate a 332 mila». Più velocemente hanno viaggiato i soldi pubblici. Nel 2004 la Regione stanziò dei contributi destinati a incentivare i funzionari dei Comuni ma l’obiettivo di accelerare la definizione delle sanatorie (e incassare i relativi proventi) è fallito: appena 14 Comuni su 390 - rileva Sparma - hanno smaltito l’arretrato.
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