Belpietro rispolvera un classicone: i nostri posti di lavoro occupati dagli immigrati perché gli italiani non li vogliono
Maurizio Belpietro rispolvera uno dei grandi classici del giornalismo: macché disoccupati, non hanno voglia di lavorare, spiega presentando i dati di un rapporto Istat e quelli del ministro Gelmini. Secondo il direttore di Libero ci sono una marea di posti di lavoro che “i nostri gggiovani” non vogliono, e così vengono occupati dagli immigrati:
Secondo l’Istat, per effetto della crisi economica nel 2010 si sono persi oltre mezzo milione di posti: quasi tutti nell’industria. Per contro però se ne sono guadagnati quasi 200 mila in settori tipo l’edilizia, l’agricoltura, la sanità e il lavoro domestico. Il problema è che questi lavori sono stati occupati dagli stranieri. Non intendo negare le difficoltà del mercato, ma provate a immaginare se questi impieghi fossero stati accettati dagli italiani: non avremmo 200 mila disoccupati in meno? Si dirà che questi posti non sono qualificati e cheper personecontitolo di studio sarebbe poco dignitoso accettarli. Ma è proprio questo il problema. Noi, intendo dire le generazioni dal dopoguerra in poi, (…)siamo cresciuti convinti che una laurea fosse la chiave per ottenere l’ele vazione sociale e che bastasse quella per non fare più il lavoro su cui si erano spaccati la schiena i nostri padri. Molti hanno pensato – e ancora pensano – che il mercato del lavoro sia infinito e che ci sia o ci debba essere posto per tutti. Purtroppo non è così e nel futuro lo sarà sempre di meno, soprattutto se lo sviluppo dei Paesi fino ad oggi svantaggiati crescerà.
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