Dalla manovra via la scure sui costi della politica. Tremonti tace
Ve lo ricordate, il ministro Giulio Tremonti che regalava al Corriere della Sera il suo progettone sui tagli ai costi della politica? Era tutta una finta. Con un blitz notturno dalla manovra approvata sono scomparse riduzioni agli stipendi degli onorevoli. E con esse, probabilmente, anche la dignità di un parlamento che aumenta i ticket agli altri e non ritocca i propri costi. Scrive Carmelo Papa su Repubblica:
Continua ...Il colpo grosso è andato in scena nel chiuso delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio al Senato sulla norma più attesa. Proprio quella che avrebbe dovuto equiparare le indennità parlamentari a quelle dei paesi Ue. Falcidiata tra la notte del 12 e il 13 mattino grazie a un paio di emendamenti targati Pdl. Il testo originario di Tremonti prevedeva (dalla prossima legislatura) l’equiparazione delle attuali indennità parlamentari italiane a quelle dei 17 paesi dell’area euro. A conti fatti, per passare dall’attuale «trattamento economico » base (al netto delle varie voci accessorie) di quasi 12 mila euro mensili lordi dei nostri parlamentari, ai 5.339 euro della media europea, com’è stata di recente calcolata dal Sole 24 ore. Risultato: Camera e Senato che oggi sborsano circa 144 milioni all’anno per le indennità, ne avrebbero spesi solo 62 milioni, meno della metà (il 53,5% in meno). E invece, viene azzerato o quasi quel risparmio da 82 milioni.
http://www.giornalettismo.com/archives/133910/e-gli-onorevoli-si-tolgono-i-tagli-agli-stipendi/
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