lunedì 11 luglio 2011

La Gelmini fa lo sconto agli aspiranti medici



L’annuncio del ministro: accorciare Medicina e Giurisprudenza
“Abbiamo aperto un tavolo con il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, proprio allo scopo di valutare una abbreviazione degli anni di studio per la facoltà di Medicina. Ora sono sei anni per la laurea, poi quattro o cinque di specializzazione e poi ancora il dottorato: non si finisce mai. L’obbiettivo sarebbe quello di accorciare almeno di un anno”. Lo afferma il ministro della Pubblica istruzione Mariastella Gelmini in una intervista al Giornale nella quale annuncia novità anche per altre facoltà: “Per Giurisprudenza. Anche in questo caso troppi anni prima dell’accesso alla professione. Stiamo valutando la possibilità di anticipare il tirocinio all’ultimo anno prima della laurea in modo che dopo il diploma occorra soltanto un anno di pratica”.
IL TITOLO LEGALE – Nel programma elettorale del 2008 il Pdl aveva preso l’impegno di abolire il valore legale del titolo di studio. La riforma è operativa. Ma quell’impegno è stato accantonato? “Assolutamente no. Anzi. E’ stato ribadito anche nel piano per l’occupabilità giovanile elaborato coni ministro del Lavoro, Sacconi, insieme con le altre misure per contrastare la disoccupazione dei giovani come il rilancio dell’istruzione tecnico-professionale e dei contratti d’apprendistato”. Commentando la frase di Luigi Einaudi “quei pezzi di carta che si chiamano diplomi di laurea valgono meno della carta su cui sono scritti” il ministro commenta: “Se non bastassero le parole di Einaudi a superare le resistenze, ricordo i dati sulla dispersione scolastica e la disoccupazione giovanile che sono diretta conseguenza della burocratizzazione degli studi e della perdita di valore di quel famoso pezzo di carta che non basta più. Il primo passo verso l’abolizione, infatti, è già stato compiuto. Prima dell’abolizione occorreva compiere un passaggio intermedio che infatti abbiamo inserito nella riforma universitaria: la procedura dell’accreditamento per tutti gli Atenei. Una verifica seria e approfondita sulla qualità del sistema universitario. Altrimenti si poteva davvero correre il rischio reale che all`abolizione del valore legale del diploma corrispondesse un abbassamento della qualità mentre noi, ovviamente, puntiamo all`esatto contrario. Il nostro obbiettivo è l’innalzamento degli standard qualitativi visto che già adesso abbiamo luci e ombre. Non tutti gli atenei raggiungono gli stessi risultati”.

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