Roma, 28 lug. - (Adnkronos/Ign) - "Vado a casa, nella capitale che è Milano". Il ministro per le riforme istituzionali Umberto Bossi, lasciando la sede del gruppo della Lega a Montecitorio, lancia l'ennesima sfida sui ministeri al Nord. Pur precisando che il rapporto col presidente della Repubblica "non si romperà" e che "terrà conto" dei rilievi del Colle sulle nuove sedi dei dicasteri, ci tiene a precisare, che "vogliamo spostare i ministeri - spiega - come fanno negli altri Paesi europei", ad esempio "Inghilterra e Francia". "Non farlo - aggiunge - sarebbe come dire che in Inghilterra sono scemi. Noi facciamo come negli altri Paesi - ribadisce - che fanno bene, anzi meglio di noi". E sulle relazioni con il Capo di Stato, Bossi si lascia scappare una battuta: "I rapporti si romperebbero - dice sorridendo - se gli chiedessimo di ridarci indietro i mobili che si è preso nella Villa Reale di Monza".
Dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi era arrivato oggi in Consiglio dei Ministri "un pressante invito a tenere in debito conto le osservazioni formulate dal Presidente della Repubblica sulle recenti istituzioni di sedi periferiche di strutture ministeriali". Berlusconi, riferisce una nota di palazzo Chigi, ha quindi chiesto a tutti i ministri di "tenere comportamenti conseguenti".
"Il presidente Napolitano non si preoccupi" aveva detto Bossi dopo il Cdm a chi gli chiedeva della lettera inviata dal capo dello Stato al presidente del Consiglio in merito agli uffici ministeriali aperti a Monza. Li lasciamo lì, siamo convinti che il decentramento è non solo una possibilità ma anche un'opportunità per il Paese". Il Senatur ha spiegato che la missiva è stata illustrata oggi dal premier durante il Cdm, "ma non c'è stato dibattito", ha aggiunto.
E proprio oggi sul sito del Quirinale è stata diffuso il testo della lettera dove si legge che lo spostamento di alcuni ministeri al Nord, inaugurati "senza nemmeno che vi fosse un decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale", rappresentano "un'evoluzione che confliggerebbe con l'articolo 114 della Costituzione che dichiara Roma Capitale della Repubblica''. Tra l'altro, scrive il Capo dello Stato "la pur condivisibile intenzione di avvicinare l’amministrazione pubblica ai cittadini non può spingersi al punto di immaginare una ’capitale diffusa o reticolare' disseminata sul territorio nazionale, in completa obliterazione della menzionata natura di Capitale della città di Roma, sede del Governo della Repubblica".
"La risposta di Umberto Bossi al presidente Napolitano è un comportamento irresponsabile", dichiara dal canto suo il sindaco di Roma, Gianni Alemanno spiegando che "è irresponsabile dal punto di vista istituzionale perché non si può rispondere con questa arroganza al Presidente della Repubblica, è irresponsabile dal punto di vista politico perché cerca di creare inutili conflitti tra la nostra città e le regioni del Nord, che non hanno mai chiesto trasferimenti di ministeri, ma semmai più autonomia e federalismo. Ed è irresponsabile dal punto di vista comunicativo,- prosegue il sindaco di Roma - perché in un momento in cui la nostra economia è sotto l'attacco della speculazione e tutti i cittadini devono fare i conti con una crisi economica e sociale pesantissima, non si può perdere tempo ed energie in polemiche inutili e pretestuose, che servono soltanto a dare argomenti a chi cerca di screditare il Governo in carica". "Dobbiamo occuparci di cose serie e importanti e non di queste follie, che peraltro si sono già dimostrate prive di conseguenze concrete visto che a Monza non c'è nulla di più di qualche scrivania dentro stanze vuote - aggiunge -. La difesa di Roma Capitale è la difesa di tutta la Nazione. Sta al Pdl e al Presidente del Consiglio prendere le distanze in maniera netta e chiara da tutto questo".
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