Il racconto dell'amico sulle ore prima del ritrovamento di Melania.
La difesa di Salvatore: il killer è una donna
di Nino Cirillo
ROMA - La mattina del 20 aprile, un mercoledì, solo poche ore prima del ritrovamento del cadavere di sua moglie, Salvatore Parolisi uscì di casa alle cinque, molto prima del solito. O almeno, così ha sempre raccontato Raffaele Paciolla, l’amico di Salvatore, la guardia penitenziaria che il caporal maggiore aveva chiamato per primo, due giorni prima, per annunciargli la scomparsa di Melania: «Raffae’, se l’hanno pigliata...». Lo ha sempre raccontato, Paciolla, e lo ha anche fatto mettere a verbale, senza che nessuno degli investigatori desse particolare importanza a quella sveglia così mattiniera. Certo, del racconto di Paciolla non si poteva dubitare visto che ospitava da due notti Parolisi in casa sua dopo l’arrivo dei parenti da Napoli, ma un marito che cerca la giovane moglie ormai da 36 ore può anche non riuscire a prender sonno, può anche cedere al nervosismo e uscire di casa prima ancora che si faccia giorno. Con il deposito della perizia medico legale sul corpo di Melania e con la richiesta di arresto per omicidio del marito Salvatore Parolisi, però, quel racconto di Paciolla è tornato sotto la lente d’ingrandimento delle indagini. Perché la relazione del professor Tagliabracci ha sì confermato le trenta coltellate inferte in due tempi, ma ha anche precisato che l’assassino è tornato al bosco delle Casermette in un orario sicuramente più vicino al ritrovamento del cadavere - alle tre del pomeriggio di quel mercoledì - che non al delitto, avvenuto nel primo pomeriggio di lunedì 18 aprile.
Quindi la domanda torna a bomba: perché Parolisi è uscito da casa Paciolla così presto, visto che lui, abitualmente, lasciava la palazzina di Folignano solo dopo le sei e mezza? E dove è andato, visto che non s’era ancora fatto giorno? E soprattutto - questo Paciolla forse lo ha notato - aveva con sé il telefonino? L’obbiettivo della procura di Ascoli, ora che ha accusato formalmente Parolisi dell’omicidio di sua moglie fino al punto di chiederne l’arresto, è di dimostrare che sia anche tornato a Ripe di Civitella per quella messa in scena: le altre coltellate più leggere delle prime, la siringa conficcata nel petto, perfino quelle strane incisioni che almeno all’inizio fecero pensare a una svastica. Tutto questo mentre il giudice per le indagini preliminari Carlo Calvaresi continua a studiarsi le carte.
Quindi la domanda torna a bomba: perché Parolisi è uscito da casa Paciolla così presto, visto che lui, abitualmente, lasciava la palazzina di Folignano solo dopo le sei e mezza? E dove è andato, visto che non s’era ancora fatto giorno? E soprattutto - questo Paciolla forse lo ha notato - aveva con sé il telefonino? L’obbiettivo della procura di Ascoli, ora che ha accusato formalmente Parolisi dell’omicidio di sua moglie fino al punto di chiederne l’arresto, è di dimostrare che sia anche tornato a Ripe di Civitella per quella messa in scena: le altre coltellate più leggere delle prime, la siringa conficcata nel petto, perfino quelle strane incisioni che almeno all’inizio fecero pensare a una svastica. Tutto questo mentre il giudice per le indagini preliminari Carlo Calvaresi continua a studiarsi le carte.
Continua ...
Nessun commento:
Posta un commento