Damasco, 31 lug. - (Adnkronos/Dpa/Ign) - Repressione in atto contro i manifestanti pro-democrazia nella città di Hama, circa 200 chilometri a nord di Damasco, in Siria. Secondo quanto riportano gruppi per i diritti siriani, almeno 61 persone sono rimaste uccise nell'attacco sferrato dalle truppe siriane nella città. Lo riporta un flash del sito della Cnn.
Continua quindi a salire in modo drammatico il bilancio dell'attacco sferrato dalle forze siriane contro la cittadina nel centro della Siria che è stata una dei focolai della rivolta contro il governo siriano. Un'azione scattata oggi all'alba quando, dopo aver interrotto le forniture di acqua ed elettricità, truppe e carri armati hanno iniziato ad avanzare nel centro abitato. I cecchini si sono posizionati sugli edifici iniziando a sparare.
"Piovevano granate sopra la città, i soldati sparavano contro ogni cosa che si muovesse - è il drammatico racconto di uno degli attivisti - le persone si nascondevano sotto le scale degli edifici e nelle cantine per mettersi a riparo". L'intenzione del regime di Bashar al Assad sembra essere quella di rafforzare la repressione prima dell'inizio, domani all'alba, del mese di Ramadan.
Secondo le testimonienza degli attivisti le forze governative siriane hanno circondato uno dei principali ospedali della città per impedire che venissero ricoverati i feriti. "Il numero delle vittime cresce di minuito in minuto - ha detto alla Dpa Omar Idlibi, un attivista siriano rifugiato in Libano - le bombe cadono continuanmente sulla città e i soldati sparano a casaccio contro le abitazioni. L'esercito continua ad aumentare le forza ed impedisce alle persone di raggiungere l'ospedale".
Non si tratta del primo bombardamento di Hama da parte delle forze siriane durante questa repressione: all'inizio di luglio, dopo una affollatissima manifestazione di protesta anti-governativa, i carri armati avevano circondato e bombardato la città.
Nessun commento:
Posta un commento