"Aveva ragione Oliviero Toscani, qui non c'è futuro. Io che ho portato in questo comune i giornali di tutto il mondo andrò a fare il sindaco da un'altra parte"
di CARMELO CARUSO
"Non mi ricandiderò più a Salemi. Aveva ragione Toscani, in Sicilia la mafia è la burocrazia. Non c'è futuro. Vado a fare il sindaco da un'altra parte". Lo dice, Vittorio Sgarbi, durante la conferenza stampa tenuta all'hotel Wagner di Palermo, per quella che doveva essere la presentazione, di un acquerello di Cézanne che sarà esposto a Salemi, e che invece è l'occasione per annunciare il suo addio come sindaco (ma solo a fine mandato).
"Me ne vado. Sì. Proprio io che ho portato in questo comune Rubens, Picasso e i giornali di tutto il mondo. Ho fatto più di quanto dovevo fare, ho lottato la mafia con l'arte. Ma qui l'attività pubblica è impossibile". Eppure è sul caso Giammarinaro che Sgarbi perde le staffe: "Definire che ci fosse una regia occulta nel comune di Salemi è assurdo, è letteratura fantastica. Dovrebbero dimettersi sia il questore che il maresciallo dei carabinieri. Non ho mai dato un soldo a Giammarinaro, a Salemi era un "fossile". E tra l'altro non parlo con lui da quando è indagato", dice Sgarbi. "L'influenza che aveva Giammarinaro si chiama politica. E allora? Non dovevo parlare con il segretario della Dc di Salemi?".
"Me ne vado. Sì. Proprio io che ho portato in questo comune Rubens, Picasso e i giornali di tutto il mondo. Ho fatto più di quanto dovevo fare, ho lottato la mafia con l'arte. Ma qui l'attività pubblica è impossibile". Eppure è sul caso Giammarinaro che Sgarbi perde le staffe: "Definire che ci fosse una regia occulta nel comune di Salemi è assurdo, è letteratura fantastica. Dovrebbero dimettersi sia il questore che il maresciallo dei carabinieri. Non ho mai dato un soldo a Giammarinaro, a Salemi era un "fossile". E tra l'altro non parlo con lui da quando è indagato", dice Sgarbi. "L'influenza che aveva Giammarinaro si chiama politica. E allora? Non dovevo parlare con il segretario della Dc di Salemi?".
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