La Cassazione condanna un pastore siciliano che imponeva rapporti sessuali a sua moglie senza la necessaria toeletta
“Una grande vittoria per il genere femminile”, dirà qualcuno: l’uomo non deve più puzzare per essere maschio al 100%, anzi, è necessario il contrario. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per stupro inflitta ad un pastore siciliano che haimposto alla moglie ripetuti rapporti sessuali appena tornato dal pascolo delle sue pecore e senza nemmeno lavarsi. Per il Tribunale, se la moglie si rifiuta per la puzza, va ascoltata, pena la condanna. In quest’Ansa l’intera vicenda.
Commette violenza sessuale il marito ‘puzzolente’ che impone alla moglie rapporti sessuali senza rispettare la richiesta della donna di farsi prima una bella doccia. E’ questo il punto di vista della Procura della Cassazione che ha chiesto ed ottenuto il nuovo rinvio a giudizio nei confronti di un pastore siciliano restio all’uso del sapone e solito a fare sesso con la moglie appena rientrato dal pascolo delle pecore, senza provvedere a farsi almeno una rapida toeletta preliminare. Dall’accusa di stupro, Mario C. di 51 anni, era stato prosciolto dalla Corte di Appello di Catania nel 2008 in quanto “pur essendo la moglie Lucia G. contraria ai rapporti sessuali, perchè l’uomo era solito consumarli al rientro dalla propria attività di pastore, senza praticare alcuna igiene e pulizia del proprio corpo, finiva poi per accettare volontariamente i rapporti”. Alla moglie, restia agli amplessi nauseabondi, il pastore immobilizzava le mani e procedeva nei suoi intenti “senza aderire affatto alle richieste del coniuge di effettuare la necessaria igiene corporale”. Ad avviso della Cassazione, quindi, si trattava di rapporti “imposti coattivamente”.
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