sabato 8 ottobre 2011

Fitch declassa l'Italia con outlook negativo Draghi: per i giovani futuro a rischio

Agenzia rating declassa anche la Spagna, Portogallo a rischio "spazzatura". Il governatore: riforme strutturali sono la priorità

Mario Draghi

ROMA - Anche Fitch ha declassato l'Italia, abbassando il rating sovrano di lungo termine da AA- a A+ con outlook negativo. La valutazione di breve termine scende a F1 da F1+. «Il downgrade riflette l'intensificarsi della crisi della zona euro che costituisce un significativo shock finanziario ed economico che ha indebolito il profilo di rischio sovrano dell'Italia» spiega Fitch in una nota, sottolineando che «una soluzione credibile e complessiva della crisi è politicamente e tecnicamente complessa e ci vorrà tempo per realizzarla a per guadagnare la fiducia degli investitori». Fitch aggiunge che «l'alto livello di debito pubblico e le esigenze di finanziamento del debito, assieme a un basso livello di crescita potenziale rendono l'Italia particolarmente vulnerabile a shock esterni». Declassata la Spagna, Portogallo a rischio "spazzatura". Fitch ha tagliato il rating di lungo termine della Spagna portandolo da AA+ ad AA-, con outlook negativo. Per il Portogallo rimane invece il rischio di un taglio del rating a "junk" (spazzatura). Fitch mantiene il rating sovrano del Paese lusitano sotto osservazione con implicazioni negative. Ad aprile Fitch aveva tagliato il rating di Lisbona a BBB-, ossia all'ultimo livello d'investimento. Il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, lancia intanto l'allarme sul futuro delle nuove generazioni: «Le prospettive di reddito per loro sono più che mai incerte. Si stanno sprecando risorse preziose e stiamo mettendo a repentaglio non solo il loro futuro ma quello del Paese intero». «Misure strutturali sono priorità assoluta». «La priorità assoluta dell'Italia è oggi uscire dalla stagnazione riavviando lo sviluppo con misure strutturali - ha detto Draghi al seminario per la sussidiarietà dedicato a giovani e crescita - La bassa crescita dell'Italia degli ultimi anni è anche riflesso delle sempre più scarse opportunità offerte alle giovani generazioni. La crescita economica non può fare a meno dei giovani, né i giovani della crescita. Le difficoltà da loro incontrate devono preoccuparci non solo per equità, ma per un problema di inutilizzo del loro patrimonio di conoscenza e capacità di innovazione».

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http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=165652&sez=HOME_ECONOMIA

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