Iniziative in decine di piazze da nord a sud, per un protesta colorata e simbolica contro la riforma Gelmini. E dalla Sapienza di Roma parte l'appello ai contribuenti più affluenti d'Italia affinché creino un fondo per i meritevoli senza risorse
di CARMINE SAVIANO Come anticorpi. Nelle piazze del Paese per combattere contro i mali provocati dalla la riforma Gelmini. Smantellamento dell'istruzione pubblica, atenei senza risorse, mancanza di prospettive. Oggi gli studenti italiani sono tornati nelle strade, in venti città: da Torino a Milano, poi Napoli, Roma, Firenze 1. Per una protesta colorata e simbolica. E per portare ai cittadini un messaggio: "Abbiamo le nostre proposte, non siamo perditempo. Ma il governo e il ministro dell'Istruzione non ci ascoltano". L'obiettivo è dichiarato: lanciare una nuova stagione di mobilitazioni e riscrivere la riforma. GUARDA LE FOTO 2 Blitz al Pantheon. Iniziare a correre, "verso l'Università e la Scuola che vogliamo". Lo slogan delle proteste di oggi ha viaggiato in rete sin dalla giornata di ieri. A lanciare la mobilitazione un video, con immagini tratte da Harry Potter. Poi l'appuntamento nelle strade. Tutto parte dal Pantheon, Roma, con un blitz della Rete degli studenti e dell'Unione Universitari. A terra un maxi cartellone, con le parole chiave della campagna d'autunno degli studenti: "Diritto allo studio per tutti", "Meno baroni, più democrazia", "Cultura libera", "Servizi gratuiti", "Libera espressione", "Partecipazione", "Ora tocca a noi", "Studiare rende liberi". Controriforma. La polemica contro la riforma firmata dal ministro Gelmini è ancora al centro della lotta politica di universitari e ricercatori. Che nel corso dello scorso anno scolastico hanno approntato una lunga serie di documenti. Per dar vita a una vera e propria controriforma. "Vogliamo essere ascoltati e vogliamo che la Riforma Gelmini venga modificata", dice Sofia Sabatino, della Rete degli Studenti. Che aggiunge: "Ci siamo stufati di sentirci dire che siamo i soliti facinorosi senza proposte. Oggi vogliamo far capire alla gente il senso della nostra protesta, in vista del 7 ottobre quando scenderemo in piazza in tutte le città italiane: proveremo a riscrivere la riforma della scuola".Continua ...
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