giovedì 3 novembre 2011

Anonymous risbatte i pedofili in prima pagina

Il collettivo rivela gli indirizzi IP di chi guarda materiale pedopornografico online

Il gruppo di hacker Anonymous mercoledì ha svelato e segnalato gli indirizzi IP dei visitatori di 190 siti internet contenenti pornografia infantile, compiendo un ulteriore sforzo nella lotta alla pedopornografia.

L’OPERAZIONE - Nelle ultime settimane il collettivo, divenuto famoso per le operazioni di boicottaggio on-line di grandi aziende come Sony, ha preso di mira i siti di pornografia infantile e i visitatori, inaugurando una missione denominata “Operazione Darknet”. Gli ultimi obiettivi sono stati Freedom Hosting, un server che Anonymous accusa di ospitare più di 40 siti di pornografia infantile, e i visitatori di quei siti che nascondono la propria identità usando Tor, un software che permette agli utenti di navigare in forma anonima su Internet. In un comunicato diramato il mese scorso, gli hacker dietro “Operazione Darknet” lanciavano un avvertimento a Freedom Hosting: “Le nostre richieste sono semplici: rimuovere tutti i contenuti pedopornografici dai server e rifiutare di fornire servizi di hosting a qualsiasi sito web che abbia a che fare con la pornografia infantile. Questo ultimatum non è rivolto solo a Freedom Hosting, ma tutti su internet. Non importa chi sei, se scopriamo che hosti, promuovi o sostieni la pornografia infantile, diventerai un nostro bersaglio”. Poichè Freedom Hosting ha rifiutato di rimuovere i contenuti contestati, Anonymous ha scatenato un attacco “denial of service” rendendo il servizio inutilizzabile per qualche ora. Il gruppo di hacker ha anche pubblicato le informazioni di circa 1.600 visitatori di questi siti, compresi quelli che utilizzano il sito “Lolita City”, uno dei più riforniti in materia di pedopornografia.

A SOSTEGNO DI TOR - Secondo il collettivo, il “99 per cento” degli utenti che utilizza Tor è composto da giornalisti in Iran e Cina, dalle agenzie di intelligence del governo che combattono una guerra segreta con al-Qaida e dagli stessi membri di Anonymous, ma il gruppo ha rilevato che alcuni utilizzano il proxy per accedere a materiale pedopornografico, come “Lolita City” e “The Hurt Site”, pagina web dedicata allo stupro di bambini. “L’unico scopo dell’Operazione Darknet è stato quello di rivelare che un servizio utile come ‘Tor Project’ è stato rovinato dall’1% di persone che lo utilizzano per fruire della pornografia infantile”, ha dichiarato il gruppo. Durante l’ultima “campagna” condotta il 27 ottobre e soprannominata “Paw Printing”, Anonymous ha nascosto una trappola nell’ultima versione di Tor, portando gli utenti a cliccare su un link contenente un malware che registrava i movimenti online per 24 ore. Gli hacker hanno avuto accesso ai siti visitati e agli indirizzi IP degli utenti, permettendo quindi di distinguere i pedofili e di smascherarli.

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