Jim O'Neill, il banchiere di Goldman Sachs che coniò il termine Brics, nel suo ultimo libro chiede una riforma delle istituzioni economiche internazionali: "Non ci sono i paese più influenti. Non logica la presenza dell'Italia"
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINILONDRA - L'economia cinese supererà quella degli Stati Uniti entro il 2027, e forse molto prima. Il G8 dovrebbe cambiare assetto, includendo, oltre al governo di Pechino, anche quelli di India e Brasile. I paesi del G8 che hanno la stessa moneta, come Germania, Francia e Italia, dovrebbero avere un singolo rappresentante in seno all'organizzazione delle otto potenze industriali della terra. O altrimenti quelli più piccoli e meno influenti, come l'Italia, dovrebbero esserne esclusi, perché non sono più abbastanza importanti e rilevanti da sedersi a discutere i destini globali del pianeta.
Sono alcune delle raccomandazioni di Jim O'Neill, il banchiere della Goldman Sachs che dieci anni fa inventò il termine Bric (acronimo di Brasile, Russia, India, Cina) per identificare le economie emergenti con cui il mondo doveva fare i conti e che ora ha scritto un libro per aggiornare le sue predizioni. In "Growth Map" (La mappa della crescita), O'Neill afferma che occorre ripensare il G8 e altre organizzazioni internazionali: l'Occidente non domina più il mondo come lo dominava nel 1975, l'anno in cui fu fondato il G7 (a cui si è aggiunto in seguito un ottavo membro, la Russia), e come ancora parzialmente accadeva nel 2001, quando lui coniò il termine Bric.
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