Il piano sgravi del governo. Il Tesoro vuole inserire nella legge delega l'obbligo di destinare il "tesoretto" a misure di detassazione. C'è incertezza sui tempi dell'operazione: potrebbe scattare verso la fine dell'anno. Se arrivano 15 miliardi, aliquota dal 23 al 20 per cento
di VALENTINA CONTE
Obbligo di destinare ogni anno quanto recuperato dal contrasto all'evasione fiscale per la riduzione delle tasse. Una norma di principio, nuova e rivoluzionaria, potrebbe spuntare nella delega fiscale che il governo Monti si appresta a presentare. E aprire così, dopo rigore e crescita, puntualmente tradotte nei decreti Salva-Italia e Cresci-Italia, la "fase tre", tutta dedicata all'equità.
Una sorpresa gradita ai contribuenti onesti che pagano le tasse. I frutti potrebbero essere visibili presto, già entro l'anno per le feste natalizie, o più probabilmente nel 2013, quando parte del "tesoretto" recuperato con una sempre più intensa e visibile lotta all'evasione ritornerebbe nelle tasche degli italiani, almeno di quelli più bisognosi e a basso reddito. L'ipotesi, allo studio del governo, si sostanzierebbe in una norma di principio da inserire nella famosa delega fiscale da 20 miliardi, eredità della manovra di agosto di Tremonti. Accanto dunque al riordino mirato di agevolazioni e detrazioni - non sarà una rasoiata orizzontale, assicura il ministero dell'Economia - sostenuto dall'aumento dell'Iva a partire dal primo ottobre prossimo (due punti in più), l'ipotesi sarebbe quella di destinare almeno 10-15 miliardi (qualora l'incasso del gettito recuperato lo consentisse) alla riduzione del primo scaglione di Irpef dal 23 al 20%. Oppure di rimpolpare specifiche detrazioni per famiglie, lavoratori e pensionati.
Una buona notizia che rinsalda il patto sociale Stato-cittadino, eroso da promesse non sempre mantenute, visto che nell'ultimo decennio tutti i governi, senza eccezione, si sono nutriti dell'annuncio più gettonato: "Abbasseremo le tasse grazie alla lotta all'evasione". Annuncio spesso senza seguito. L'ultima importante redistribuzione in tal senso che si ricordi è targata Finanziaria 2000 sotto il breve governo Amato, con sgravi corposi che arrivarono a circa 30 mila miliardi di lire. A distanza, ci fu il bonus incapienti di Prodi-Padoa Schioppa. E poco più. Tuttavia la pressione fiscale non è mai scesa in modo significativo. E la finanza pubblica italiana ha via via anteposto l'obiettivo di risanamento a quello della restituzione. Bastone e carota. Ora ci prova il governo Monti.
Obbligo di destinare ogni anno quanto recuperato dal contrasto all'evasione fiscale per la riduzione delle tasse. Una norma di principio, nuova e rivoluzionaria, potrebbe spuntare nella delega fiscale che il governo Monti si appresta a presentare. E aprire così, dopo rigore e crescita, puntualmente tradotte nei decreti Salva-Italia e Cresci-Italia, la "fase tre", tutta dedicata all'equità.
Una sorpresa gradita ai contribuenti onesti che pagano le tasse. I frutti potrebbero essere visibili presto, già entro l'anno per le feste natalizie, o più probabilmente nel 2013, quando parte del "tesoretto" recuperato con una sempre più intensa e visibile lotta all'evasione ritornerebbe nelle tasche degli italiani, almeno di quelli più bisognosi e a basso reddito. L'ipotesi, allo studio del governo, si sostanzierebbe in una norma di principio da inserire nella famosa delega fiscale da 20 miliardi, eredità della manovra di agosto di Tremonti. Accanto dunque al riordino mirato di agevolazioni e detrazioni - non sarà una rasoiata orizzontale, assicura il ministero dell'Economia - sostenuto dall'aumento dell'Iva a partire dal primo ottobre prossimo (due punti in più), l'ipotesi sarebbe quella di destinare almeno 10-15 miliardi (qualora l'incasso del gettito recuperato lo consentisse) alla riduzione del primo scaglione di Irpef dal 23 al 20%. Oppure di rimpolpare specifiche detrazioni per famiglie, lavoratori e pensionati.
Una buona notizia che rinsalda il patto sociale Stato-cittadino, eroso da promesse non sempre mantenute, visto che nell'ultimo decennio tutti i governi, senza eccezione, si sono nutriti dell'annuncio più gettonato: "Abbasseremo le tasse grazie alla lotta all'evasione". Annuncio spesso senza seguito. L'ultima importante redistribuzione in tal senso che si ricordi è targata Finanziaria 2000 sotto il breve governo Amato, con sgravi corposi che arrivarono a circa 30 mila miliardi di lire. A distanza, ci fu il bonus incapienti di Prodi-Padoa Schioppa. E poco più. Tuttavia la pressione fiscale non è mai scesa in modo significativo. E la finanza pubblica italiana ha via via anteposto l'obiettivo di risanamento a quello della restituzione. Bastone e carota. Ora ci prova il governo Monti.
Continua ...
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