Milano, 22 gen. (Adnkronos/Ign) - Lega in piazza a Milano contro il Governo Monti. In testa al corteo, partito da piazza Castello e arrivato in una piazza Duomo gremita di leghisti (60-75 mila persone stimano gli organizzatori), ci sono Umberto Bossi e Roberto Maroni, simbolicamente uno accanto all'altro dopo le fibrillazioni degli ultimi giorni, in parte ricomposte con la sostituzione del capogruppo Marco Reguzzoni, anche lui presente in piazza ("Il mio non è stato un passo indietro ma è la dimostrazione che non siamo attaccati alle poltrone", dice).
Con Bossi "è tutto a posto", afferma l'ex ministro dell'Interno. "La Lega non è mai stata divisa", gli fa eco Bossi. "Sapevo che non sarebbe successo niente... Siete voi - aggiunge rivolto ai giornalisti- che lo speravate".
Prima di prendere la parola sul palco, Bossi interviene sulla situazione inLombardia dopo gli ultimi scandali che hanno coinvolto esponenti della Regione. "Penso male e se andiamo avanti così si andrà alle elezioni" e noi correremo ''da soli perché da soli abbiamo la forza per vincere". Dal palco poi rincara la dose. Alla Regione Lombardia "li stanno arrestando tutti i giorni". Quindi si rivolge a Roberto Formigoni: "Oh, presidente della regione, guarda che i soldi della regione sono i soldi dei lombardi".
L'unità della Lega e l'attacco al Governo Monti sono stati i temi al centro del comizio di Bossi. "Do un suggerimento a Berlusconi: la Lega ti chiede di far cadere questo governo infame. Un governo che sta solo aiutando le banche tassando i cittadini’’, dice, concludendo con un perentorio "Monti fuori dai coglioni". Al nome del Cavaliere però la piazza reagisce con fischi e insulti. "Calma, calma non vorrete mica che Berlusconi si metta d'accordo per la legge elettorale contro di noi''. All'ex premier Bossi lancia un avvertimento. "Caro Berlusconi non si può tenere il piede in due scarpe. Devi scegliere, tanto alle elezioni ci arriviamo ugualmente". Perché, mette in chiaro, non è possibile "pretendere che la Lega sostenga il governo della Regione Lombardia quando Berlusconi sostiene il governo infame di Mario Monti".
A più riprese il Senatur ribadisce l'unità del movimento. ''Tutti abbiamo fatto un passo indietro'', dice sottolineando le scelte ''sagge, fatte da Maroni, Reguzzoni e anche da me''. In ogni caso, aggiunge, ''io non avrei mai fatto niente contro Maroni, che è con me da tanti anni". Anzi invito "Maroni e Reguzzoni a darsi la mano, ad abbracciarsi". Al nome di Reguzzoni, però, dalla piazza partono alcuni fischi che si fanno anche più insistenti al nome di Rosi Mauro mentre Maroni viene più volte acclamato.
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