Una manifestazione di protesta per chiedere giustizia e sollecitare l'attenzione delle istituzioni su "un delitto che resta un mistero". E' quella inscenata a Satriano davanti la sede dell'impresa edile Tecnovesa, il cui titolare, Antonio Longo, è stato ucciso in un agguato il 26 marzo scorso. Alla manifestazione, presenti la moglie della vittima, Rosalba, e i sue due figli, Nicola e Gianluca, hanno partecipato i 129 dipendenti della Tecnovesa e i sindaci di Soverato, Raffaele Mancini, Satriano, Michele Drosi, e Montepaone, Massimo Rattà. "Antonio Longo - hanno detto i dipendenti dell'imprenditore ucciso - rimane vicino a noi. Chiediamo giustizia e richiamiamo fortemente lo Stato affinché venga svolta una azione concreta per individuare i colpevoli di questo tragico delitto". I sindaci che hanno partecipato all'iniziativa hanno preannunciato la loro intenzione di costituirsi parte civile nel processo per l'omicidio di Longo "che speriamo - hanno aggiunto - possa celebrarsi il più presto possibile". Il cognato dell'imprenditore ucciso, Francesco Severino, candidato del Pd alle elezioni provinciali a Soverato, ha criticato le istituzioni per la loro assenza nel movimento di solidarietà creatosi attorno alla famiglia Longo. "Ringrazio i sindaci presenti - ha detto Severino - ma non posso certo ringraziare le istituzioni più alte che, mentre si mobilitano per le intimidazioni, restano, invece, insensibili e fredde per delitti così crudeli e sconvolgenti".
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