La mancata nomina a sottosegretario del senatore D’Alì viene a penalizzare Trapani e la sua provincia, che aspetta ora di poter ottenere rappresentanza nel governo regionale
Le difficoltà , affiorate negli ultimi giorni , che il Premier Berlusconi stava incontrando nella composizione del puzzle relativo ai Sottosegretari e l'assoluto riserbo che caratterizzava gli ambienti di Forza Italia della Provincia di Trapani avevano fatto venire meno quell'ottimismo che, sin dal 14 Aprile aveva portato a considerare pressochè certa la nomina del Sen. Antonio D'Alì.
Sicchè , ieri sera , quando si è aveva notizia ufficiale della lista dei Sottosegretari e tra questi non è stato riscontrato il nome del senatore trapanese la sorpresa non è stata poi tantissima. Tanta, invece, la delusione.
Quella sì. Perchè il mancato conferimento dell'incarico al Senatore D'Alì non è stato percepito come frutto delle difficoltà a far quadrare il cerchio o a ricercare salvifici equilibri geopolitici, ma soltanto come una sorta di penalizzazione verso questa parte di territorio che una disattenzione del genere non meritava. E questo senza che appaia come segno di un maldestro e superato campanilismo .
Hai voglia, infatti, a dire che la Sicilia ha avuto la seconda carica dello Stato, Schifani, e ben tre ministri quali la Russa, Alfano e Prestigiacomo ed ora, in aggiunta, 4 Sottosegretari quali Urso, Reina, Miccichè e Crimi e che pertanto non poteva assolutamente ottenere di più.
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