Cade l’accusa per l’ex comandante della capitaneria di Porto della città della falce. Per il tribunale, non esiste un metodo per il conteggio di quei dati forniti al ministero per l’istituzione dell’ente, e gli errori di Agate non sono quindi voluti. Nessuna intenzione, quindi, di gonfiare le quote per istituire forzatamente l’AutoritàL’ex comandante della Capitaneria di Porto Ignazio Agate, accusato di avere falsificato i dati sul transito merci nell’approdo trapanese, è stato assolto. Alla base della decisione, un vizio formale, quasi, un vuoto legislativo sul metodo di calcolo dei dati, che non coinciderebbe con un’azione dolosa. Il pm Paola Biondolillo aveva chiesto cinque anni, mentre la difesa aveva chiesto l’assoluzione. Potrebbe essere l’ultimo capitolo della lunga e tormentata saga dell’Autorità Portuale trapanese, i cui problemi risalgono alla sua istituzione, nel 2003, quando il Ministero dei Trasporti ricevette da Agate dati in seguito trovati imprecisi, o addirittura “gonfiati” per permettere la creazione dell’ente e la “solita” divisione delle poltrone.
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