Gli Stati Uniti hanno aiutato Israele a contrastare le indagini dell'Onu sui crimini di guerra commessi dal regime che occupa la Palestina durante l'offensiva israeliana a Gaza nell'inverno tra il 2008 e il 2009. La notizia proviene dai cablogrammi della diplomazia americana divulgati da Wikileaks e pubblicati dal sito della rivista americana di politica estera Foreign Policy.
Secondo quanto riportato dal sito, il 4 maggio del 2009 la Rice si è incontrata a più riprese con il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon per convincerlo a eliminare un rapporto sui siti colpiti dall'offensiva a Gaza. Secondo l'ambasciatrice una tale inchiesta "non era necessaria" e l'affare doveva essere "classificato", ovvero tenuto segreto, secondo i cablogrammi della diplomazia americana. A fronte dell'insistenza di Susan Rice, Ban Ki-Moon, inizialmente reticente, avrebbe poi gettato la spugna, per poi essere "ringraziato" da Rice "per i suoi sforzi eccezionali", secondo quanto riportato nei documenti diplomatici.
Nel 2009 gli Stati Uniti avrebbero esercitato nuove pressioni per limitare le indagini sulle violenze israeliane a Gaza, questa volta condotte dal Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite che aveva nominato il giudice sudafricano Richard Goldstone a capo di una commissione di inchiesta sulle possibili violazioni dei diritti umani a Gaza. Lo riferisce Ap. Il rapporto Goldstone, pubblicato nel settembre 2009, ha accusato Israele di aver commesso a Gaza "crimini di guerra", e persino "crimini contro l'umanità".
Secondo i cablogrammi di Wikileaks, in un incontro con il vice ministro degli esteri israeliano Danny Ayalon, Rice gli avrebbe chiesto di aiutare Washington e di compiere sforzi per "avanzare sul processo di pace" con l'Autorità nazionale palestinese, sottolineando che in questo modo "sarebbe stato più facile controllare il rapporto Goldstone".
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