Se un cittadino abituato a credere alle favole di Berlusconi e alle notizie dei tg nazionali, ieri avesse visto la puntata di Blu Notte, avrebbe pensato che si stesse parlando di un altro Paese. E invece si parlava proprio dell'Italia, del misterioso rapporto tra mafia e politica. Di Andreotti, di Dell'Utri, di Berlusconi, di Cuffaro. Nel processo del 2003 per associazione mafiosa, ad Andreotti viene riconosciuto il reato di partecipazione all'associazione a delinquere, reato estinto per prescrizione. Allora, questo cittadino che stava guardando il programma di Carlo Lucarelli avrebbe capito che non è normale che un 7 volte Presidente del Consiglio, un 25 volte ministro e ora senatore a vita avesse avuto "una autentica, stabile ed amichevole disponibilità verso i mafiosi fino alla primavera del 1980". Ma soprattutto, si sarebbe sdegnato vedendo i tg che mostravano l'avvocato Buongiorno mentre urlava a squarciagola "assoluzione!" al telefono con Andreotti. Ascoltando la vicenda del processo di Marcello Dell'Utri, poi condannato in primo grado a 9 anni per associazione mafiosa, avrebbe scoperto che Dell'Utri è proprio il braccio destro di Silvio Berlusconi. È proprio uno dei fondatori di Forza Italia. Seguendo la storia di Vittorio Mangano, ritrovatosi all'interno di Arcore come un normalissimo funzionario e poi definito eroe da Berlusconi, avrebbe capito che non capita tutti i giorni di ospitare un mafioso per casa, non volontariamente, soprattutto se è stato un certo Dell'Utri a presentarlo al padrone. Prestando ascolto alla vicenda di Totò Cuffaro, si sarebbe indignato, accorgendosi che condannato a 5 anni per favoreggiamento semplice (cioè di singoli mafiosi), è stato presidente della regione Sicilia per 7 anni e ora si trova in parlamento. Ma poi osservo gli ascolti tv di ieri sera e mi accorgo che Blu Notte ha ottenuto il 9,45% di ascolti della serata, cioè il secondo programma meno seguito dopo Il commissario Cordier. Ora è tutto chiaro.
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