domenica 10 aprile 2011

In migliaia i precari che sfilano nella Capitale

In migliaia i precari che sfilano nella Capitale

Numerosi gli slogan contro la disoccupazione

ROMA – Diritti, tutela e maggior rispetto sul luogo di lavoro. A chiederlo sono i tantissimi precari che già da diverse ore affollano le principali piazze italiane. È la giornata della protesta, che accomuna almeno per un giorno, le persone più diverse ma unite da un comune obiettivo: un impiego sicuro. Nella Capitale, circa duemila manifestanti sono partiti da Piazza della Repubblica e sono giunti fino al Colosseo. Inneggia tra la folla uno dei numerosissimi striscioni. “Il nostro tempo è adesso la vita non aspetta”. Più oscuro, invece, il contenuto di altri slogan. “Siamo tanti, siamo bravi. Il nostro Paese è ingiusto ma non ce ne vogliamo andare”. A cercare di scoraggiare i manifestanti, o meglio a trasformare in qualcosa di più acceso una pacifica protesta, un gruppetto di black bloc, che con il volto coperto prova ad imbrattare alcune vetrine. Tentativo fallito. Tutto prosegue liscio, questa volta non ce n’è per nessuno. “Non ne possiamo più, la precarietà stanca, segna ormai le nostre vite dalla formazione al lavoro e fino alle relazioni personali”, spiega un manifestante della Fgci. “Se siamo precari e precarie non è per colpa di un tragico destino ma perché qualcuno in questi 15 anni ha fatto profitti immensi sulla nostra pelle”, è invece la replica di altri disoccupati. A Napoli, circa 5mila manifestanti si sono diretti verso Piazza del Gesù, rivendicando “un paese a precarietà zero, una continuità di reddito nei periodi di non lavoro, contratti veri e stabili, un sistema di welfare che non tagli fuori nessuno, la garanzia di una pensione dignitosa e investimenti nello studio e nella ricerca”. Alcuni docenti, avevano addirittura stampata sulla fronte la data dell’ultimo stipendio e quella della scadenza del contratto. Altri, invece, avevano tra le mani un cervello spremuto. Questi i simboli più evidenti di chi ha voluto ribadire il suo no a questa assurda situazione. “Mio figlio è laureato con 110 e lode e una tesi in neuroscienza – dichiara una donna – è dovuto emigrare a Londra per un dottorato per il quale viene pagato 1.500 euro”. Diversi i personaggi politici che hanno preso parte alle svariate manifestazioni. “Sono venuto qui per respirare aria pulita in un paese in cui dalle classi dirigenti si promana cattivo odore”. È quanto afferma Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologica e Libertà, che poi insiste: “avere 4 milioni di precari in Italia significa che quasi in ogni famiglia c’è un inquilino scomodo, un essere umano in lista d’attesa nelle sabbie mobili”.

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