Seul chiude le scuole per le piogge radioattive e Pechino taglia l'import di prodotti giapponesi.
HONG KONG
Sulle prime, l’enormità di quello che ha colpito il Giappone ha significato che anche i Paesi con cui le relazioni diplomatiche sono spesso difficili, come la Cina e la Corea, avessero accantonato ogni rancore e fatto il possibile per aiutare un vicino bersagliato così brutalmente dalle catastrofi naturali. Ora, però, il perdurare della crisi alla centrale nucleare di Fukushima, il pericolo radiazioni, e soprattutto il modo poco trasparente con cui le autorità della centrale diffondono le notizie al riguardo, hanno cominciato a scalfire un po’ il sostegno incondizionato inizialmente espresso al Giappone.
La paura delle radiazioni, infatti, continua a gravitare su tutta la regione: i venti stanno spostando particelle radioattive un po’ in tutte le direzioni, con un innalzarsi della radioattività registrato tanto a Hong Kong che a San Francisco, passando, naturalmente, dalla Corea, la Cina e la Russia. Si tratta di percentuali molto basse, che, insistono tutti i governi, non hanno alcune conseguenze per la salute, e che non possono avere effetti negativi sull’agricoltura.
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