I sindaci e gli amministratori: Bossi e Maroni troppo morbidi. "Siamo soli e deboli. Non c'è lavoro per i ragazzi italiani, figurarsi per gli stranieri". "Un conto è fare gli accordi tra Stati, un altro quando poi tutta quella gente ti arriva in casa"
di PAOLO BERIZZIMILANO - "Siamo trattati come i terroni d'Europa". Leghista super cattolica, Silvana Saita, sindaco di Seriate, ex democristiana folgorata sulla via del Carroccio, è disorientata e dice che di immigrati il suo paese non può più accoglierne. "Ne ho già 3300, per dire solo quelli ufficiali, perché poi gli altri non li conti. Se ne arrivano altri e bussano ai servizi sociali è un guaio grosso". E allora? "Un conto è fare gli accordi tra Stati, un altro è quando poi da amministratore devi gestire tutta questa gente che ti arriva qui perché gli hai dato un permesso".
1Stretta tra l'incudine della politica "conciliante" (con Berlusconi, con la Francia) e il nervosismo dei suoi elettori. Che cresce di ora in ora. Barricadera negli slogan e poi costretta ad accettare patti al ribasso facendoli passare per "successi politici". È la doppia veste con cui la Lega sta conducendo la partita immigrati. Partita sulla quale si gioca moltissimo, e questo Bossi e gli altri dirigenti - primi fra tutti Maroni e Calderoli, che venerdì hanno dovuto mettersi intorno a un tavolo e dare pubblicità all'unità ritrovata, nel tentativo di mettere a tacere le mille voci sui dissapori interni - lo sanno fin dall'inizio.
Continua ...
Nessun commento:
Posta un commento