MOSCA - "Chi te lo fa fare? Sei un presidente giovane, liberale, a che ti serve tutto questo?". Mentre i tank di Mosca, respinto l'attacco georgiano in Ossezia del Sud, erano in vista di Tbilisi, George W. Bush si rivolgeva quasi paternamente al suo omologo russo, in carica da nemmeno cento giorni. A raccontarlo è lo stesso Dmitri Medvedev. Siamo nel salone delle feste dei magazzini Gum, affacciato sul mausoleo di Lenin. Intorno al tavolo, un gruppo di giornalisti ed esperti americani, europei e asiatici, riuniti dal Club Valdai per quattro giorni di incontri informali con i principali leader russi, a cominciare da Putin e dallo stesso Medvedev. "Ho risposto a Bush che non è che io avessi bisogno di fare qualcosa, ma ci sono situazioni in cui l'immagine non conta nulla e l'azione efficace è tutto", continua Medvedev. E tiene a farci sapere di aver smontato il suo interlocutore: "In questo contesto tu avresti fatto lo stessa cosa, forse più duramente, gli ho detto. Lui non mi ha replicato".
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