Tante grazie, e arrivederci: di voi non abbiamo più bisogno. Non potrebbe essere più chiaro l'invito a fare i bagagli rivolto dal premier iracheno Nuri al Maliki ai soldati britannici che ancora si trovano nel sud dell'Iraq - o meglio, rinchiusi in una base nei pressi dell'aeroporto internazionale di Bassora.
In una intervista pubblicata dal Times, il capo del governo di Baghdad non lascia spazio a equivoci. "Li ringraziamo per il ruolo che hanno avuto, ma penso che non sia necessario che restino per mantenere la sicurezza e il controllo", ha detto Maliki al quotidiano britannico. Il perché è presto detto, e il premier iracheno non esita di dire come ne pensa. I soldati di sua Maestà sono stati del tutto inutili per proteggere gli abitanti di Bassora dalle bande criminali che infestavano la città, terrorizzando i cittadini.
Il riferimento è al ritiro delle forze britanniche dal Basra Palace, l'ultima base che avevano a Bassora città, avvenuto ai primi di settembre 2007 - ritiro che, dice il premier iracheno, è stato "molto prematuro", perché "in quel momento Bassora non era sotto il controllo del governo locale, ma nelle mani delle bande ". E' stato il governo di Baghdad, sottolinea Maliki, a dover poi intervenire per riportare la situazione sotto controllo, inviando in città migliaia di uomini - la cosiddetta operazione "Carica dei cavalieri", iniziata a fine marzo. Non è l'unica critica che il premier iracheno rivolge al governo di Londra. Ora, comunque, arriva il benservito. Arrivederci, e buon viaggio: l'invito perché i circa 4.000 soldati britannici rimasti ancora nel sud dell'Iraq prendano la strada di casa, non potrebbe essere più chiaro. Anche se questo, sottolinea il premier iracheno, non significa affatto che l'aiuto delle "forze della coalizione" non sia stato importante.
Solo che adesso è tempo di "voltare pagina". E di pensare agli affari. L'Iraq, dice Maliki, "è aperto alle compagnie britanniche e all'amicizia britannica, per gli scambi economici e una cooperazione positiva nel campo della scienza e dell'istruzione". A Londra, è noto da tempo, sono assolutamente d'accordo.
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