Milano, 28 mar. (Adnkronos Salute) - Il mal di vivere? E' una malattia che si insinua nella quotidianità e abbatte la qualità di vita di chi ne soffre. Tanto da incidere anche sulla sua produttività, al pari delle patologie cardiovascolari e del diabete. Parola di Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di psichiatria e neuroscienze dell'ospedale Fatebenefratelli di Milano.L'esperto ha descritto l'impatto della depressione sulle sue 'vittime', a Milano, durante la presentazione di un libro fotografico sul mal di vivere, intitolato 'Al di là del buio'. Lo psichiatra, per dare un'idea della sofferenza che questa patologia scatena nei pazienti e della riduzione della qualità di vita che provoca, la paragona, citando studi internazionali, a un ictus cerebrale severo. Il risultato è che i depressi gravi si assentano dal lavoro più dei cardiopatici e dei diabetici.Con tutti i costi indiretti che questo calo di produttività comporta, soprattutto perché, ricorda lo specialista, "ad ammalarsi di mal di vivere sono soprattutto persone nel pieno dell'età lavorativa".I giorni di lavoro persi da soggetti con depressione maggiore, spiega Mencacci, sono in Europa, e anche in Italia, "7 volte superiori rispetto alla popolazione generale. E superano, quasi doppiandoli, anche quelli accumulati da pazienti affetti da malattie cardiovascolari e diabete".
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