martedì 26 maggio 2009

Vescovi contro, conflitti nel Pdl, matrimonio in frantumi, accuse di corruzione, Sicilia in crisi. Silvio è un gigante dai piedi d’argilla?

L’enigma è il seguente: il Paese è saldamente nelle mani di un leader che sulla carta ha tutto – la stragrande maggioranza di deputati e senatori, televisioni private e pubbliche, banche, giornali, aziende editoriali, assicurazioni, ed un partito forte del 40 per cento del suffragi – ma è come se non avesse niente perché tutto sembra scoppiargli fra le mani. Il Popolo delle Libertà è diventato un verminaio, dalla Lombardia alla Sicilia, le correnti – che non avrebbero dovuto esserci – fanno il bello ed il cattivo tempo, ed autorevoli dirigenti sparano a lupara contro i loro colleghi del PDL. La Lega mette alle corde il Pdl un giorno sì ed uno no con iniziative, dichiarazioni, propositi che sembrano creati a posta per provocare problemi all’alleato. Il tribunale di Milano, entro i termini di legge, ha reso pubblico il dispositivo di una sentenza che condanna a cinque anni un avvocato inglese, Mills, ma anche di fatto il Presidente del Consiglio perché se il primo è un corrotto il secondo diventa corruttore come due e due fanno quattro. La moglie, Veronica Lario, esasperata per le sue frequentazioni femminili troppo ravvicinate e per la conduzione del partito troppo attento al genere, annuncia pubblicamente le sue “dimissioni”.
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