BARI (25 giugno) - Per gli investigatori è uno ”snodo” fondamentale dell’inchiesta; per Patrizia D’Addario, la donna che ha registrato la sue cene a Palazzo Grazioli, era uno dei pochi di cui fidarsi. Si chiama Massimiliano Verdoscia, ha 39 anni e ieri mattina la sua splendida villa con piscina nel centro residenziale di Parchitello, alle porte di Bari, era deserta. Perchè dopo aver capito di essere finito al centro delle indagini che vedono Giampaolo Tarantini indagato per induzione alla prostituzione, Max Verdoscia preferisce restare defilato. E’ lui che ha portato Patrizia D’Addario da Tarantini, proiettando fin dentro i saloni di Palazzo Grazioli quella che fino a due mesi fa era una escort della Bari ”da bere”, come vezzosamente la chiamano i protagonisti della vita notturna cittadina.Il sospetto degli investigatori, fondato su alcuni elementi oggettivi, è che Massimiliano Verdoscia fosse un arruolatore di ragazze; e anche il punto di contatto tra Giampaolo Tarantini, frequentatore da un paio di anni dei salotti più aristrocratici della città, con il mondo luccicante dei locali notturni e delle feste più glamour. Che però è sempre stato tenuto a distanza dagli stessi esponenti della Bari che conta. In altre parole, secondo gli inquirenti, Giampaolo Tarantini si muoveva su due piani diversi: insieme alla moglie, esponente di una famiglia blasonata di Bari, era invitato nelle case iù altolocate della città. Poi, anche grazie a Massimiliano Verdoscia e Alessandro Mannarini, organizzava feste e incontri con politici locali e amministratori di aziende pubbliche per favorire i suoi affari.
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