giovedì 25 giugno 2009

«Così organizzavamo le feste in Costa Smeralda»

I ricevimenti raccontati dall’ex collaboratore dell’indagato.
BARI — «Eravamo sempre insie­me, come i tre moschettieri: io, Gianpy e Max» ricorda Alessandro Mannarini detto «Papi» dagli amici; perché assomiglia al presentatore te­levisivo Enrico Papi, niente a che ve­dere con l’appellativo riservato a Sil­vio Berlusconi dalla giovane Noemi Letizia e altre ragazze. Ironia dei so­prannomi. Perché comunque Man­narini ha qualcosa a che fare con il premier, visto che era tra gli ospiti di Villa Certosa nell’agosto 2008, e che per quattro mesi è stato il più stretto collaboratore di «Gianpy» Ta­rantini, l’imprenditore barese ora in­quisito per aver accompagnato ra­gazze a pagamento a casa del presi­dente del Consiglio. Induzione alla prostituzione è il reato ipotizzato a suo carico, ma quando l’avrebbe commesso Mannarini-Papi non era più al fianco di Tarantini. «Per fortu­na » dice oggi. A inizio settembre 2008 infatti, chiusa la casa di Porto Cervo in Sardegna, i due si sono se­parati: «Mi ha proposto di trasferir­mi a Roma e Milano, per seguirlo nel­la sua nuova avventura imprendito­riale, ma a me non interessava». Avventura che aveva la sua «ragio­ne sociale» nell’amicizia tra Taranti­ni e Berlusconi, nata proprio nell’or­mai famosa cena in Costa Smeralda. E il pranzo che seguì due o tre giorni dopo. «In quell’occasione dal presi­dente andarono solo Tarantini e la moglie — racconta Mannarini — e da quel momento Gianpaolo assun­se un atteggiamento di superiorità che non mi piaceva». Anche per que­sto a settembre il suo collaboratore divenne ex, mentre Max — al secolo Massimiliano Verdoscia — continuò a lavorare con l’imprenditore bare­se. «Nei mesi scorsi gli ho chiesto di questo legame tra Tarantini e Berlu­sconi. Mi ha risposto che c’era, ma che non lo portava mai dal pre­mier ». Nell’inchiesta della Procura di Bari Mannarini è indagato per de­tenzione e spaccio di stupefacenti; reato commesso, secondo gli inqui­renti, tra Puglia e Sardegna da fine luglio a fine agosto 2008. Assistito dall’avvocato Marco Vignola — altro quarantenne abbronzato, frequenta­tore della Sardegna e di Villa Certosa — nell’interrogatorio ha respinto ogni accusa: «Confidiamo che tutto si chiarisca in fretta, perché il pubbli­co ministero Scelsi è magistrato pre­parato e corretto». Gli indizi sulla droga derivano da intercettazioni sulla linea telefonica di Tarantini, quando i due parlavano delle cose da trasportare da Bari alla Costa Sme­ralda: mozzarelle, vestiti, bottiglie, candelabri e molto altro.
Continua ...
http://www.corriere.it/politica/09_giugno_25/costa_smeralda_bianconi_5414211c-614b-11de-80bb-00144f02aabc.shtml

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