BARI — «Eravamo sempre insieme, come i tre moschettieri: io, Gianpy e Max» ricorda Alessandro Mannarini detto «Papi» dagli amici; perché assomiglia al presentatore televisivo Enrico Papi, niente a che vedere con l’appellativo riservato a Silvio Berlusconi dalla giovane Noemi Letizia e altre ragazze. Ironia dei soprannomi. Perché comunque Mannarini ha qualcosa a che fare con il premier, visto che era tra gli ospiti di Villa Certosa nell’agosto 2008, e che per quattro mesi è stato il più stretto collaboratore di «Gianpy» Tarantini, l’imprenditore barese ora inquisito per aver accompagnato ragazze a pagamento a casa del presidente del Consiglio. Induzione alla prostituzione è il reato ipotizzato a suo carico, ma quando l’avrebbe commesso Mannarini-Papi non era più al fianco di Tarantini. «Per fortuna » dice oggi. A inizio settembre 2008 infatti, chiusa la casa di Porto Cervo in Sardegna, i due si sono separati: «Mi ha proposto di trasferirmi a Roma e Milano, per seguirlo nella sua nuova avventura imprenditoriale, ma a me non interessava».
Avventura che aveva la sua «ragione sociale» nell’amicizia tra Tarantini e Berlusconi, nata proprio nell’ormai famosa cena in Costa Smeralda. E il pranzo che seguì due o tre giorni dopo. «In quell’occasione dal presidente andarono solo Tarantini e la moglie — racconta Mannarini — e da quel momento Gianpaolo assunse un atteggiamento di superiorità che non mi piaceva». Anche per questo a settembre il suo collaboratore divenne ex, mentre Max — al secolo Massimiliano Verdoscia — continuò a lavorare con l’imprenditore barese. «Nei mesi scorsi gli ho chiesto di questo legame tra Tarantini e Berlusconi. Mi ha risposto che c’era, ma che non lo portava mai dal premier ». Nell’inchiesta della Procura di Bari Mannarini è indagato per detenzione e spaccio di stupefacenti; reato commesso, secondo gli inquirenti, tra Puglia e Sardegna da fine luglio a fine agosto 2008. Assistito dall’avvocato Marco Vignola — altro quarantenne abbronzato, frequentatore della Sardegna e di Villa Certosa — nell’interrogatorio ha respinto ogni accusa: «Confidiamo che tutto si chiarisca in fretta, perché il pubblico ministero Scelsi è magistrato preparato e corretto». Gli indizi sulla droga derivano da intercettazioni sulla linea telefonica di Tarantini, quando i due parlavano delle cose da trasportare da Bari alla Costa Smeralda: mozzarelle, vestiti, bottiglie, candelabri e molto altro.
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