Milano, 13 giu. (Apcom) - Quattordici condanne e tre assoluzioni. È queste la sentenza emessa dalla Corte d'Assise di Milano nel processo a 17 presunti appartenenti alle nuove Br, versione "partito comunista politico-militare". I
l giudici hanno deciso pene piu miti rispetto alle richieste del Pm. Le pene vanno da dieci giorni a quindici anni. Il pm aveva chiesto pene comprese tra 2 e 22 anni. La condanna più pesante 15 anni di reclusione è stata inflitta a Claudio Latino e Davide Bortolato.
"Il tribunale fascista era più rigoroso e più garantista ormai si sono azzerati completamente gli spazi di democrazia" è stato il commento degli avvocati della difesa.
"Nell'inesistenza del reato associativo si colpisce l'identità antagonista".
Nuove Br, condanne fino a 15 anni
Milano, pronunciate le sentenze per quattordici appartenenti al partito comunista politico-militare.
MILANO - La prima Corte d'Assise di Milano ha inflitto condanne fino a 15 anni di reclusione nel processo alle cosiddette «nuove Br» del partito comunista politico-militare. Le pene inflitte vanno da 15 anni di reclusione ai 10 giorni d'arresto per 14 imputati, mentre tre sono stati assolti. Sono stati condannati a 15 anni Davide Bortolato e Claudio Latino, ritenuti rispettivamente i leader della cellula padovana e di quella milanese. A 13 anni e 10 mesi di reclusione è stato condannato Vincenzo Sisi, ritenuto a capo della cellula torinese.
RISARCIMENTO A ICHINO - Alcuni degli imputati del processo sono stati condannati a risarcire in solido i danni al senatore e giuslavorista Pietro Ichino, liquidati dalla prima Corte d'Assise in via definitiva in 100 mila euro. Ichino, secondo l'accusa, era nel mirino del gruppo del Partito comunista politico-militare. Alla presidenza del Consiglio, costituita parte civile nel processo, la corte ha riconosciuto il danno condannando alcuni degli imputati a risarcire in solido un milione di euro. È la stessa cifra che era stata richiesta dall'avvocato della presidenza del Consiglio, Michele Damiani.
GLI AVVOCATI DELLA DIFESA - Uno dei legali degli imputati nel processo a carico del Partito comunista politico-militare, Ugo Giannangeli, commentando la sentenza emessa dal giudice della prima Corte d'Assise di Milano ha detto che «la Corte ha scelto la formazione».
Il riferimento è alla sostituzione, nella scorsa udienza, di tre giudici popolari che hanno giustificato la loro assenza in camera di consiglio con ragioni di salute o familiari. «Chi ripagherà Andrea Tonello per aver subito più di un anno di carcere?» è invece la domanda posta dall'avvocato Carlo Covi, difensore di uno dei tre imputati assolti.
L'avvocato ha spiegato che Andrea Tonello, assolto perchè il fatto non sussiste, «ha passato due anni tra carcere e arresti domiciliari, si è rovinata la vita di un uomo di cinquant'anni».
L'avvocato ha parlato inoltre di un «processo politico» e di «sostanziale ingiustizia di questo processo». Riguardo alla sostituzione di tre giudici popolari prima della Camera di consiglio, l'avvocato ha detto: «Questa è una valutazione che dovremo fare».
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