ROMA - "Inutile e dannoso", "ritorno alla preistoria", "follia ambientale ed economica". Sono durissime le reazioni al via libera definitivo dato oggi dal Senato al disegno di legge sullo sviluppo, il provvedimento che stabilisce il ritorno dell'Italia all'energia nucleare. Se Pd e Italia dei valori hanno cercato inutilmente di far deragliare l'approvazione del testo, tentando di far mancare a palazzo Madama il numero legale, le associazioni da sempre in prima fila nella lotta contro l'atomo si sono affidate a comunicati e commenti infuocati. Paradossalmente, rispetto a 22 anni fa, quando il nucleare fu espulso dal Paese con un referendum popolare, oggi la preoccupazione delle associazioni che promossero quella campagna sembrano essere economiche prima ancora che di tipo ecologico. Puntare come vuole fare l'Italia con il "ddl sviluppo" sull'obsoleto nucleare di terza generazione dopo aver abbandonato da anni la ricerca e la produzione industriale legata a questo settore, prima ancora che un problema di sicurezza è un colossale spreco di risorse. "Con grande soddisfazione - denuncia ad esempio Legambiente - questo governo oggi plaude a se stesso per aver raggiunto un antico obiettivo: tornare alla preistoria energetica e spendere soldi in grandiose e fragili cattedrali per la produzione di energia nucleare di terza generazione, proprio quella tecnologia che Barack Obama si è rifiutato di finanziare perché inquinante e insicura".
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