Londra, 31 lug. (Apcom) - Debbie PUrdy ha vinto la sua difficile battaglia: "Ho l'impressione di essere tornata a vivere. Ormai possiamo pensare alla nostra vita e non più a pianificare la mia morte". Con queste parole la 46enne inglese, affetta da sclerosi a placche, ha accolto la decisione dei Law Lords, la più alta istanza giudiziaria britannica, che ieri hanno chiesto chiarezza sulla legge che riguarda il suicidio assistito. "Chiederò al procuratore generale di identificare i fatti e le circostanze di cui tenere conto nel decidere se avvierà o meno delle azioni legali in virtù della legge sul suicidio", ha dichiarato il rappresentante dei Law Lords. La "consulta" britannica si pronunciava in merito al ricorso di Debbie Purdy, la quale vuole sapere se il marito, il violinista cubano Omar Puente, rischia di essere perseguito dalla giustizia nel caso in cui l'aiutasse ad andare in Svizzera, paese dove il suicidio assistito è tollerato. Saimo Chahal, l'avvocato della donna che si muove su una sedia a rotelle, ha definito la decisione dei Law Lords "una vittoria fantastica", ancor di più perché presa all'unanimità. La signora Purdy ha detto più volte di volere andare in Svizzera per assumere una dose mortale di barbiturici prescritti dai dottori dell'associazione elvetica Dignitas e mettere così fine ai suoi giorni quando le sue condizioni di vita diventeranno insopportabili. Il suicidio assistito, tollerato in Svizzera, è invece illegale in Gran Bretagna.
http://www.apcom.net/newscronaca/20090731_083700_565c1eb_67446.shtml
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