(ASCA) - Roma, 20 ott - ''Oggi, in Commissione Antimafia, abbiamo messo le mani su un documento che dimostra in modo inequivocabile che, negli anni '92,' 93 e '94, un pezzo di Stato e importanti uomini politici hanno occultato la possibilita' di conoscere e far conoscere al Paese le ragioni per cui in quegli anni ci furono le stragi di mafia''.Lo afferma in una nota Antonio Di Pietro, presidente dell'Italia dei Valori e componente della commissione parlamentre Antimafia.''E' una questione politica e morale grossa come una casa che deve essere affrontata e risolta e riguarda i motivi per cui -spiega Di Pietro- la Commissione parlamentare Antimafia, in quegli anni, non ritenne di ascoltare Vito Ciancimino che ne aveva fatto espressa richiesta, addirittura con una lettera scritta, nella quale testualmente affermava: 'l'omicidio dell'onorevole Lima e di quelli che vanno oltre la persona della vittima e puntano in alto, un avvertimento, come si suol dire. Sono stato, per molti anni, testimone ed in parte protagonista di un certo contesto politico. Sono convinto che questo delitto faccia parte di un disegno piu' vasto, un disegno che potrebbe spiegare altre cose, molte altre cose'. Insomma, -prosegue Di Pietro- Ciancimino era a conoscenza di fatti e circostanze che riguardavano le stragi di mafia di quell'epoca (Falcone e Borsellino compresi) e degli oscuri rapporti tra mafia e Stato e voleva informarne la Commissione. Nonostante cio', la Commissione Antimafia, dopo aver pure deliberato, il 6 luglio '93, di ascoltare Ciancimino, poi se ne e' guardata bene dal farlo.
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http://www.asca.it/news-MAFIA__DI_PIETRO__SENTIRE_VIOLANTE_SU_MANCATA_AUDIZIONE_CIANCIMINO-868297-POL-1.html
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