Una crepa, poi un’altra e un’altra ancora: il mondo attorno a Silvio Berlusconi rischia di sfaldarsi, ma l’unico a non accorgersene sembra essere proprio lui. Mentre il presidente del Consiglio interveniva telefonicamente ad un convegno del Pdl a Milano per denunciare l’ennesima persecuzione giudiziaria, la Cassazione confermava la condanna a sette anni per favoreggiamento di Cosa nostra a Toto’ Cuffaro, ex presidente della Regione Sicilia e buon alleato del premier dai tempi del fatidico 61 a 0 del 2001. Negli stessi minuti a Lissone, paese della Brianza, l’inaugurazione della piazza dedicata a “Bettino Craxi, statista”, ospiti la figlia Stefania e l’ex sindaco di Milano Pillitteri, subiva un inattesa contestazione, portata avanti da un gruppo di cittadini che impugnava cartelli inneggianti ad un altro socialista, di ben altra fama e gloria, Sandro Pertini, al grido di “Bettino Craxi, latitante”. Ci voleva l’ex segretario del Psi, per riportare ai tempi delle monetine di fronte all’Hotel Raphael. E poi il bunga-bunga, il cui clamore e le possibili conseguenze giuridiche ed elettorali, non accennano a placarsi; la condanna della Chiesa, i sondaggi che nonostante le veline di partito lo danno in calo di 3 punti in sette giorni. E la settimana che si apre, decisiva, sul braccio di ferro con la Lega nord che vuole portare a casa il federalismo.
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