Roma, 23 apr. (Adnkronos) - La Cgil si prepara allo sciopero generale del 6 maggio prossimo e rifà i conti in tasca al governo: per rispettare il nuovo Patto di Stabilità europeo che include anche la riduzione del debito oltre che del deficit pubblico, l'Italia dovrà sostenere, dal 2013-2014, il peso di una mega manovra finanziaria di 35-40 miliardi di euro. L'atto di accusa è contenuto in uno 'speciale Cgil' messo a punto dalla Confederazione in vista della mobilitazione generale di maggio.
Secondo le previsioni più accreditate, infatti, calcola la Cgil, il Pil nel 2014 sarà pari a circa 1.800 miliardi di euro: "Se il debito dovesse attestarsi tra il 115% e il 120% come ora, per arrivare alla soglia del 60% previsto dal nuovo Patto di stabilità bisognerebbe ridurre il peso sul Pil di un altrettanto 60% che, con un ritmo di un ventesimo l'anno, a prezzi costanti significa oltre 40 miliardi ogni anno", si legge ancora nel report del sindacato che ricorda le perplessità della stessa Bankitalia a concentrare una correzione così rilevante in anni in cui si potrebbe agganciare una dinamica di crescita più consistente. Ma il governo nel Def "camuffa i conti", "sbaglia le previsioni sull'inflazione" ed il ministro dell'economia, Giulio Tremonti, "nasconde la verità sotto il tappeto": "la correzione dei conti pubblici sarà dello 0,5% per due anni, nel biennio 2013-2014, ma tutto dipenderà dall'andamento dell'economia", aveva spiegato il ministro nei giorni scorsi. Vale a dire ''speriamo che non piova'', chiosa oggi la Cgil che punta il dito su "un trucco evidente": "Tremonti tranquillizza perché vuole scaricare tutto il peso della manovra sulla prossima legislatura", si legge ancora nel documento. Ma nel mirino della Cgil anche e soprattutto la politica di tagli alla spesa pubblica e l'assenza "inaccettabile" di politiche che liberino investimenti e crescita contenute nel Documento economico e finanziario del governo. "L'inadeguatezza degli stimoli alla crescita, l'insufficienza del Piano Nazionale di Riforme, accanto ad un aumento dei prezzi maggiore del previsto, fa ritenere che persino la stessa crescita cumulata al 2013 del 3,9% sia esagerata e potrebbe più realisticamente collocarsi attorno al 3,3%", calcola ancora il sindacato secondo cui serve "un piano più ambizioso, con nuove politiche economiche e sociali finora inadeguate e insufficienti per affrontare la crisi e per promuovere crescita e produttività".
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