Il ministro degli Esteri Westerwelle dalla Cina ribadisce la posizione controcorrente della Merkel sull'intervento internazionale. "Occorre soluzione politica tramite un cessate il fuoco"
dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINIBERLINO - Nuovo, duro strappo della Germania del centrodestra di Angela Merkel dalla linea Nato sul caso Libia. Il vicecancelliere e ministro degli Esteri, Guido Westerwelle, in visita in Cina, ha detto che "non è con i mezzi militari che si può risolvere la crisi libica". Westerwelle ha aggiunto che occorre una soluzione politica, la quale secondo lui deve passare da un cessate-il-fuoco, che "anche" Gheddafi dovrebbe rispettare.
Le dichiarazioni di Westerwelle, sicuramente accolte con molta soddisfazione a Pechino dove egli si trova, così come a Mosca (due potenze contrarie all'intervento lanciato dalla Nato per salvare i civili libici dai massacri ordinati dal dittatore e dal suo clan) minacciano di creare nuove spaccature e gravi tensioni tra la Germania e i suoi alleati, e difficoltà politiche al campo occidentale. La Germania come è noto si era clamorosamente astenuta al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla risoluzione 1973, quella che autorizzava l'uso della forza e l'istituzione di una no-fly zone per proteggere i civili libici dalla violenza del regime. Berlino aveva votato insieme a Russia, Cina, India e Brasile rompendo il fronte Ue e Nato. All'Onu, hanno scritto i media tedeschi, il vicecancelliere avrebbe addirittura voluto votare contro la risoluzione, e solo la Merkel lo avrebbe in parte frenato, ma senza comunque rinunciare allo strappo con gli alleati.
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