ROMA - Si continua a parlare del nucleare prossimo futuro che non c'è, ma ci si dimentica del nucleare del passato, quello che è stato chiuso dopo il referendum del 1987 che già una volta ha detto di no al nucleare. E così sei Comuni che hanno accolto centrali nucleari o siti di stoccaggio delle scorie radioattive (Caorso, Saluggia, Trino Vercellese, Rotondella, Ispra e Piacenza) hanno deciso di presentare una azione legale contro Palazzo Chigi. Oggetto del contendere sono le somme che i consumatori di energia elettrica pagano come risarcimento a queste città proprio per il fatto di aver accolto il nucleare. Nel 2005 la Finanziaria del governo Berlusconi adottò quella che doveva essere una norma transitoria: il 70% di quelle somme sarebbero state dirottate alla fiscalità generale per essere poi rimborsate in un secondo tempo.
Ma di provvisorio in provvisorio, la norma c'è ancora, dopo 6 anni. E i comuni summenzionati si sono stancati di aspettare. Anche perchè dal 2008 quel 30% rimanente non viene ripartito tra i comuni in questione e confluisce nelle casse statali.
Ed è curioso notare che si parla di spendere decine di miliardi per quattro nuove centrali che nessuno vuole, quando ci sono da sistemare ancora vecchi conti.
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