TEL AVIV - L'ex capo del Mossad Meir Dagan ha detto ieri che un attacco aereo ai siti nucleari iraniani sarebbe "folle", perché innescherebbe una guerra regionale i cui esiti "sono imprevedibili" per Israele.
Dagan ritiene che Israele compirebbe una mossa ''stupida'' se cercasse di distruggere il potenziale atomico dell'Iran mediante un attacco militare. Le parole di Dagan, pronunciate venerdi' nella sua prima apparizione in pubblico da quando a gennaio ha lasciato l'incarico, sono oggi riportate con grande evidenza sulla stampa israeliana. ''Non dobbiamo accettare un Iran nucleare, ma d'altra parte un attacco aereo (israeliano, ndr) sui reattori sarebbe un'idea stupida, che non darebbe alcun vantaggio'' ha detto Dagan in un discorso alla Universita' ebraica di Gerusalemme. ''Chi attaccasse l'Iran deve comprendere che rischia di innescare una guerra regionale, nel corso della quale sia l'Iran sia gli Hezbollah lancerebbero missili (su Israele, ndr)''. Il consiglio di Dagan e' dunque che Israele si adoperi ancora per coinvolgere la comunita' internazionale negli sforzi profusi per fermare i progetti nucleari iraniani. Con questo intervento Dagan si e' discostato dalla politica ufficiale del regime di Benyamin Netanyahu secondo cui ''nessuna opzione viene esclusa'' – ivi compresa quella militare – per bloccare i progetti atomici di Teheran. Secondo Yediot Ahronot Dagan aveva espresso i medesimi concetti quattro mesi fa in un incontro a porte chiuse con alcuni giornalisti locali, i quali pero' non avevano potuto riferire le sue parole perche' impediti dalla censura militare. Con il suo intervento in pubblico, secondo il giornale, Dagan ha forse voluto adesso in qualche modo legare le mani al regime israeliano. Oggi, il ministro della Guerra di Tel Aviv Ehud Barak ha criticato l'affermazione di Dagan, dicendo che non è opportuno che si esprima in pubblico su questioni così delicate. Ma a sostegno di Dagan sono giunte le dichiarazioni di altri due ex capi del Mossad, Danny Yatom ed Efraim Halevy, in quali hanno detto che è opportuno che l'opinione pubblica conosca la verità.
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